di Daniela Mariano
POTENZA- «In generale, un quarto della popolazione lucana non utilizza la rete»: la Cisl di Basilicata lancia l’allarme sul digital divide. Con un paradosso: «La regione del computer in ogni casa, misura avviata nei primi anni 2000, si conferma fanalino di coda, insieme alla Calabria, anche nella classifica nazionale delle connessioni casalinghe a internet». In particolare, la Cisl si è detta preoccupata per il «digital divide nella terza età: otto anziani su dieci sono esclusi dai servizi digitali». Elaborando dati Istat riferiti al 2020 e al 2021, la Cisl lucana ha sottolineato che «più di sei famiglie su dieci senza internet a casa dichiarano di non avere una connessione perché nessuno dei componenti del nucleo familiare sa utilizzare internet. La regione si posiziona nella parte bassa della classifica anche per quanto riguarda l’interazione digitale con la pubblica amministrazione». Il segretario generale della Cisl lucana, Vincenzo Cavallo, ha ribadito la necessità di «svolgere percorsi formativi sul digitale, anche per gli anziani che sono una parte preponderante della popolazione lucana e che più di tutti sono esclusi di fatto dai processi di digitalizzazione, ormai pervasivi in ogni ambito». Un anno fa, però, era emerso che durante il Covid 19 tra i giovani si era avviato un percorso positivo. Uno studio della Fondazione Mattei, infatti, spiegava che «il lockdown ha accelerato la digitalizzazione ma ha anche mostrato le debolezze e le fragilità interne degli Stati. La didattica a distanza (DAD) è stata la risposta delle scuole alla sospensione delle lezioni riuscendo così a garantire il diritto allo studio degli studenti. Il working paper espone cos’è la DAD e alcuni dati delle maggiori organizzazioni internazionali e nazionali sul livello di digitalizzazione della scuola italiana; analizza in seguito la didattica digitale nelle scuole lucane attraverso l’analisi delle fonti statistiche e della letteratura a disposizione e mediante il questionario somministrato in modalità CAWI a un campione di insegnanti lucani. L’indagine sul campo studia lo stato delle infrastrutture e l’alfabetizzazione dei docenti in ambito digitale, con un focus specifico sulla gestione della fase emergenziale, per trarne indicazioni di policy e spunti utili a una nuova fase programmatoria che sappia cogliere tutte le opportunità nate in seno alla pandemia. Per concludere il nostro ragionamento si delineano alcune delle buone pratiche presenti in Basilicata che già da diversi anni sperimenta attività educative innovative speciali che nascono da forme di responsabilità sociale d’impresa. I progetti promossi da aziende a supporto dell’innovazione del sistema scolastico rappresentano un investimento strategico per la competitività sul mercato e per lo sviluppo economico. Garantire l’istruzione di qualità, equa e inclusiva è il quarto Obiettivo dell’Agenda 2030 dell’ONU ed è fondamentale per il benessere degli individui e delle società. Investire in istruzione, nel medio e lungo termine, porterà a ridurre le disuguaglianze e a realizzare un cambiamento economico, culturale e sociale necessario per la prosperità delle persone e del Pianeta e per l’attuazione del nuovo modello di sviluppo sostenibile».