di Daniela Mariano
Lo scenario dinanzi al quale ci troviamo quest’anno è del tutto diverso da quello del 2021 e, per certi versi, ben più complesso: alla pandemia si è aggiunto il conflitto in Ucraina, il drammatico aumento del costo dell’energia e le conseguenti ricadute sui prezzi, cui si è associato un periodo di incertezza politica. Nel corso del 2022 si è persa, dunque, la forte ventata di ottimismo del 2021, facendo prevalere timori e preoccupazioni sia per il presente che per il prossimo futuro, smorzati, in parte dalle attese riposte sul PNRR, occasione unica per una svolta nel Paese. Il PNRR è vissuto tuttavia più come una risposta emergenziale alle esigenze contingenti che come importante occasione di ripensare il sistema Paese e la sua capacità produttiva. Come certificato da Istat la fiducia per il clima economico in Italia, che aveva registrato un effetto “rimbalzo” nel corso dello scorso anno, è tornato a livelli analoghi al 2020. Lo studio Acri-Ipsos evidenzia, infatti, una crescente difficoltà economica per molte famiglie, accompagnata da una più marcata insoddisfazione: a fronte di un 6% che si dichiara molto soddisfatto per la situazione economica, il 17% ritiene di non esserlo affatto, dato in crescita di ben 6 punti percentuali nel 2021. Guardando al futuro, le previsioni sull’andamento dell’economia personale, locale, nazionale, fino ad arrivare a quella europea e mondiale, portano gli italiani da un marcato ottimismo dello scorso anno (+20 il saldo tra ottimisti pari al 50% e pessimisti pari al 30%) ad un profondo pessimismo dell’anno in corso (-32, 26% ottimisti e 58% pessimisti). E questo si riverbera sulla percezione, di oltre un terzo di essi, che già nei prossimi 12 mesi sarà molto più difficile risparmiare. Di base, il peggioramento delle attese è legato da una parte all’inflazione, dall’altra alle preoccupazioni per il futuro. Infatti, le famiglie colpite da una situazione lavorativa sfavorevole sono rimaste invariate e, al contempo, il tenore di vita è peggiorato per il 19% (contro un 10% del 2021), il 38% ha vissuto difficoltà, mentre coloro che hanno vissuto un miglioramento sono solo il 7%, circa la metà rispetto al 2021.