di Giovanni Gioioso
I paesi si svuotano e ad andare via sono i cervelli. Il dato, a sentire gli analisti di Svimez, è preoccupante. «Nel 2020 dalla Basilicata sono andati via 2.002 giovani dei quali oltre mille sono laureati». Lo ha detto questa mattina a Potenza il direttore generale dello Svimez, Luca Bianchi, in un incontro sull’Economia e la società del Mezzogiorno organizzato dalla Camera di Commercio di Potenza per aprire un focus sui recenti dati del rapporto che Svimez pubblica ogni anno. Il dato evidenziato rende ancora più ampio il divario tra nord e sud in una regione in cui, ha aggiunto Bianchi, «anche per il 2023 ci sarà una piccola recessione, con un -0,4 per cento, ed è un peccato perchè questa regione aveva incrociato la ripresa post covid in maniera rilevante con tassi di crescita buoni che aveva consentito di recuperare quanto perso nel periodo della pandemia». Secondo Svimez, infatti, la Basilicata si conferma come economia locale più reattiva nelle ripartenze, ma più vulnerabile nelle fasi recessive. Bianchi ha posto in evidenza come sia «fondamentale investire sullo sviluppo e sulla crescita». Ma c’è un pericolo dietro l’angolo: «Quello della povertà» che, è stato sottolineato, in un’area sud in cui sono circa mezzo milione gli individui che potrebbero entrare a far parte delle potenziali «nuove famiglie povere». «Anche in Basilicata, come nel resto del Paese – ha poseguito Bianchi – la guerra in Ucraina e l’inflazione hanno pesato sulle imprese, con un forte rallentamento della crescita del fatturato, e sulle famiglie: nel 2022 gli interventi nazionali e regionali hanno impedito un grosso impatto, nel 2023 può andare meglio. Il nuovo contesto del mercato – ha concluso – apre nuove prospettive specie sulla transizione ecologica. Ma non basta fare del sud solo un hub energetico. La Basilicata non può essere solo un luogo di localizzazione di nuovi impianti, ma tutto deve essere accompagnato da politiche industriali valide e che utilizzino le risorse regionali e i fondi del Pnrr». Il presidente della Camera di Commercio Michele Somma ha commentato proprio su quest’ultimo argomento: «È un’occasione da non perdere, nonostante ci siano ancora tante criticità. La conoscenza reale dei dati e dei numeri deve fornire una spinta all’utilizzo efficace dei fondi disponibili sia nazionali, sia della prossima programmazione europea».