di Daniela Mariano
POTENZA- Lo aveva già fatto il governatore Vito Bardi, ora anche l’arcivescovo metropolita di Basilicata, monsignor Salvatore Ligorio, ha aderito all’iniziativa nazionale di Coldiretti per dire «no» al cibo sintetico, che, sostiene l’associazione degli agricoltori, mette a rischio il futuro dei nostri allevamenti e dell’intera filiera del cibo Made in Italy. A ufficializzare l’adesione del prelato è stata proprio la Coldiretti di Basilicata: «Abbiamo accolto con immenso piacere la decisione dell’arcivescovo di Potenza – ha spiegato il presidente della Coldiretti lucano, Antonio Pessolani – che ha condiviso questa nostra battaglia di civiltà. Sono migliaia i lucani che hanno firmato la petizione e che hanno da subito compreso i rischi di questa deriva che non ha precedenti». L’obiettivo di Coldiretti è quello «di impedire che finiscano sulle nostre tavole la carne prodotta in laboratorio, il latte senza mucche ma anche il pesce senza mari, laghi e fiumi, le uova covate senza galline, il miele senza il volo delle api. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hitech». «Accogliamo quanto il Signore ci dona nel suo creato- ha messo in evidenza monsignor Ligorio – e facciamolo soprattutto nel rispetto dell’esigenza dell’umanità». A livello nazionale le firme raccolte sono oltre 360mila. «È ancora possibile aderire alla petizione nelle nostre sedi e nei mercati – ha concluso Pessolani – e ringrazio i tanti cittadini, le istituzioni e la politica che hanno dimostrato di essere sono al nostro fianco anche in questa battaglia di civiltà».