di Daniela Mariano
Il 18, 25, 26 febbraio e il 4 marzo 2023 le periferie di Lauria, Potenza, Tito e Ferrandina si raccontano in 3 spettacoli venuti fuori da un laboratorio di scrittura partecipata con gli abitanti. Il progetto è prodotto dalla rete Underground con il sostegno della Regione Basilicata. Tre differenti spettacoli teatrali che avranno luogo in altrettanti luoghi. Opere riconducibili ad un unico progetto I LOVE THE BRONX, prodotto dalla rete “Underground” (Onirica S.r.l., Fargo Produzioni e Blu Magma Factory) con il sostegno della Regione Basilicata. I luoghi coinvolti come anticipato sono tre, Lauria, Tito e Ferrandina e protagoniste indiscusse sono le loro periferie in cui molti (lucani compresi) non hanno messo mai piede: la Contrada Cerasofia di Lauria (PZ), il quartiere Bucaletto di Potenza e la zona industriale di Tito (PZ) e il borgo rurale Macchia di Ferrandina (MT). Cosa può esserci di significativo nelle periferie di comuni già di per sé di dimensioni piccole o medie tanto da cucirvi addosso uno spettacolo? La risposta è più ovvia di quanto si possa immaginare, ci sono le persone che quei luoghi li vivono ogni giorno. Un lavoro di ricerca attuato nel corso di una residenza artistica per attori che ha generato quattro testi teatrali ― suddivisi in tre spettacoli ― nati dai laboratori di scrittura partecipata con gli abitanti che si sono raccontati. L’intuizione di puntare i riflettori sulle periferie lucane è stata del regista Nicola Ragone: «Qualche anno fa girovagando per New York ho incontrato un murale su cui c’era scritto: “I Love the Bronx”. Da quel momento mi sono interrogato più volte sul rapporto tra centro e periferia. Da questa riflessione è nato un progetto teatrale, un lavoro di ricerca condiviso con attori, musicisti e un disegnatore che ci ha permesso di scoprire storie incredibili, passioni, sogni, amori, madri, perdite e rinascite». I LOVE THE BRONX si ispira, quindi, al classico bronx americano e allora non resta che chiedersi, c’è un legame tra questo e le aree marginali della Lucania? Sono contesti differenti, anzi antitetici: da un lato persiste da sempre un sovraffollamento delle volte asfissiante, c’è criminalità e risulta difficile anche solo discutere di qualità della vita e dall’altro ci sono le periferie della Basilicata. Qui la gente che vi vive è poca, pochissima e quella che vi è dice arrivederci alle giovani generazioni che difficilmente non vi si distaccano in via definitiva; qui, tra campagna e paese, si respira la desolazione. Forse, però, un elemento in comune esiste e questi spettacoli lo hanno colto pianamente e si tratta dell’umanità che ha messo radici nel bronx americano e nella periferia lucana e da lì nessuno l’ha mai estirpata: storie di riscatto, di accoglienza e multiculturalismo, difficoltà nello stare al passo coi tempi, sentimento di fedeltà al proprio habitat che rende restii al cambiamento. Le testimonianze raccolte sotto forma di video-interviste, nei giorni della residenza, porteranno alla realizzazione di un documentario contente il racconto originale di queste storie di vita vissuta.