di Daniela Mariano
Un lungo applauso a Potenza ha accolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al suo ingresso nell’Aula Quadrifoglio del Polo del Francioso dell’Università della Basilicata in occasione della cerimonia di inaugurazione Anno Accademico 2022-2023 nel quarantesimo dalla fondazione. Assieme al capo dello Stato presente anche il ministro Anna Maria Maria Bernini. Ad accogliere Mattarella il rettore dell’Unibas, Ignazio Marcello Mancini, il sindaco di Potenza Mario Guarente, il presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano, il prefetto Michele Campanaro, il presidente della Regione, Vito Bardi, e centinaia di studenti dell’Ateneo, e degli istituti scolastici del capoluogo. Sono stati intonati l’Inno d’Italia e quello Europeo. Prima dell’avvio dell’anno accademico il presidente della Repubblica è stato accolto da una rappresentanza di studenti con la felpa verde con il logo dell’Ateneo. Con i ragazzi Mattarella si è soffermato per un saluto e una foto di gruppo. Poi la firma sul registro d’onore. Al capo dello Stato sono stati donati il sigillo dell’Università e una scultura dell’artista Antonio Masini. Nel suo intervento il Capo dello Stato ha ribadito la crescita dell’Ateneo: “Il passaggio da 9 a 35 corsi di laurea, e i 18mila laureati degli ultimi 18 anni sono un grandissimo contributo. Questa Università è motore di crescita e di speranza per molti giovani. Gli atenei hanno un ruolo decisivo trasmettendo il sapere ed educando alla libertà di pensiero e di ricerca, esortando gli studenti ad essere protagonisti del futuro e proprio e in questo vi è un ruolo fondamentale. Gli atenei sono sì parte di un sistema del nostro Paese, prezioso, e sono tutti raccordati in questa rete cha fa crescere il Paese”, ha detto Mattarella che si è soffermato sulla tragedia Cutro. “Ha coinvolto la commozione intera del nostro Paese” ma ora “il cordoglio deve tradursi in scelte concrete e operative da parte di tutti: dell’Italia per la sua parte, dell’Unione europea e di tutti i Paesi che ne fanno parte”. Sergio Mattarella nei giorni scorsi aveva reso omaggio alle vittime della tragedia avvenuta sulle coste della Calabria e oggi da Potenza ha lanciato il suo appello. “Questa e’ la risposta vera da dare a quello che e’ avvenuto”, ha insistito. Il Presidente della Repubblica ha anche riportato alla mente le immagini degli afgani che due anni fa, dopo il ritorno al potere dei talebani, presero d’assalto l’aeroporto di Kabul implorando un passaggio aereo per mettersi in salvo e “quanto il nostro Paese ha fatto per portare in Italia tutti i cittadini afgani che avevano collaborato con la nostra missione. Non abbiamo lasciato nessuno li abbiamo accolti tutti”. Quelle scene di disperazione, ha aggiunto, “ci fanno comprendere perche’ intere famiglie, persone che non vedono un futuro, cercano di lasciare – con sofferenza come sempre avviene – la propria terra per cercare un avvenire altrove, una possibilità di un futuro altrove”. E rispondendo all’attivista Pega Moshir Pour, il Capo dello Stato ha poi scandito parole di condanna nei confronti del regime che governa l’Iran, “che soffoca i propri figli”, ha ricordato come “in qualunque comunità, la libertà non e’ effettiva se non e’ appannaggio di tutti” e che “il mondo intero e’ sempre piu’ una comunità raccolta, senza distanza effettiva, interconnessa, dentro la quale la mancanza di libertà in un luogo colpisce tutti ovunque”.