di Giovanni Gioioso
Quattro chiacchiere con il numero uno di Basilicata in Azione Donato Pessolano
Segretario Pessolano, la recente elezione di Donatella Cutro ha dato una nuova segreteria al vostro partito di Potenza. Inevitabile pensare ad una scelta che guarda alle prossime amministrative
“Donatella Cutro è entrata in Azione per mettere a disposizione del partito, non solo quello cittadino, la sua esperienza da amministratrice ma anche la sua passione civile. Ma voglio rispondere sul punto alla sua domanda: Azione punta a determinare la guida dell’amministrazione cittadina nelle elezioni del 2024. Dopo il mal governo, o meglio il non governo, di questi ultimi anni Potenza e i potentini meritano un riscatto in termini di immagine e reputazione. Per noi solo un sindaco riformista può garantire alla città capoluogo di tornare a esercitare un ruolo centrale in Basilicata e non solo. Perché Potenza ha molto da dire e talenti inespressi che rischiano di sprecarsi, non possiamo più permettercelo”.
Pertanto Azione vuole esprimere la candidatura a sindaco?
“Voglio dire altro. Voglio dire che ci sono energie e intelligenze che si ispirano a valori liberali, democratici e riformisti che sono dentro ma anche fuori i partiti. Azione in città ha già dimostrato di avere un radicamento importante, nonostante sia nato pochi anni fa. Con i nostri incontri, i dialoghi orizzontali con i cittadini e le associazioni, abbiamo messo in campo un metodo democratico di confronto, proprio come un partito deve fare. Un metodo talmente antico da sembrare innovativo. Vogliamo ricostruire la comunità riformista di Potenza, che negli anni ha espresso classi dirigenti e leadership importanti. I nomi, che sono conseguenze delle cose, poi verranno. Adesso vogliamo occuparci di proposte, programmi e progetti. Ma questo non vale solo per la città ma anche per la regione”.
A proposito, recentemente il consigliere regionale Pittella ha parlato di un “nuovo luogo politico” da costruire per le prossime regionali. Può essere più chiaro?
“Marcello Pittella ha detto anche altro in quella intervista, a partire da una sonora bocciatura del governo regionale e del suo presidente. Giudizio che condivido e che io stesso ho espresso in più di una occasione. Un governo ed un presidente che hanno fatto retrocedere la Basilicata nelle parti basse delle classifiche, dopo anni in cui la nostra regione brillava per meriti e successi. Imperdonabile. Di questo i lucani sono coscienti, ma vengo alla sua domanda: per quello che penso, il nuovo luogo politico che serve alla Basilicata è innanzitutto Azione, ne è il centro strategico”.
Quindi alle regionali andrete da soli?
“Non sono così ingenuo da pensare che una terza ipotesi in campo, in una competizione regolata da una legge elettorale che premia coalizioni larghe e leadership autorevoli, possa avere la meglio sulle altre. Ma penso che questo nuovo luogo politico possa e debba nascere dal centro, dalle istanze riformiste e liberali che animano la parte più attiva della nostra regione e che è pronta ad assumersi la responsabilità del governo. Ma ad un patto”.
Quale?
“Che il perimetro non sia ideologico ma programmatico. Alla Basilicata non servono più le bandiere colorate dei partiti che rivendicano fette di sovranità, ma solo buonsenso e buona politica. E la buona politica è quella che riesce a far diventare popolari le scelte impopolari, quella che smette di dire solo no e si assume la responsabilità dei sì. Dalle questioni ambientali a quelle energetiche, dalla sanità ai piani di sviluppo industriale. Dal dissesto idrogeologico allo spopolamento. I lucani hanno già dimostrati di essere molti passi avanti rispetto alla classe politica, forse è il caso di colmare questa distanza e mettersi a lavorare seriamente”.
Pittella sembra però riferirsi al solo campo del centrosinistra
“Non mi pare, anzi. Marcello ha esperienza, conosce i dossier più urgenti della Basilicata e sa che le prossime elezioni non sono importanti per i destini personali ma per quello dell’intera comunità lucana. Dice chiaramente all’intera classe politica regionale una cosa che la società lucana sa bene, e cioè che i vecchi schieramenti, in una competizione come questa, vanno ripensati e che la società lucana è cambiata. Certo, vedo difficile che un riformista liberale come me possa lavorare con un populista o un sovranista, ma se al centro c’è un’agenda chiara con obiettivi precisi e comunitari allora non escludo che il dialogo possa diventare impegno e azione di governo. In questi anni, da quando è nato Azione, abbiamo cercato un confronto con lo stesso Bardi per affrontare dossier e avanzare proposte, come quelle si Intel, sulla gestione dell’acqua, sugli investimenti da fare nei settori più innovativi come la cyber security e i data center. Lo abbiamo fatto, e continueremo a farlo, in modo costruttivo, ma le nostre proposte non sono mai state ascoltate. Forse ci sottovalutano, eppure trentamila lucani hanno votato per noi alle ultime politiche”.
Una cosa vorrei capire: questa è la posizione di Pittella o di Azione?
“Pittella è un esponente di primo piano a livello regionale e nazionale di Azione. Ha scelto di tesserarsi al nostro partito e ci sta mettendo cuore e cervello. Averlo in squadra con noi è un valore aggiunto immenso.
Gode della mia fiducia e di quella delle azioniste e degli azionisti. Sa bene che una nave che non conosce la propria rotta non avrà mai vento favorevole”.
In questo disegno lei vede anche Italia Viva? A proposito, come sono i rapporti con i renziani?
“In questo nostro progetto riformista io vedo anche gli amici di Italia Viva, ma anche quelli di +Europa, le culture socialiste e ambientaliste, i democratici e i liberali che avevano scommesso su questo governo regionale ma ne sono rimasti delusi. Con IV i rapporti sono buoni, sono stati anche ospiti del nostro congresso potentino. Con loro un’agenda comune si può costruire”.
Forza Italia, i liberali, per intenderci, non sembra però essere in sintonia con questa vostra proposta. Anzi, dalle parole di Bellettieri emerge una posizione dura di contrarietà al dialogo.
“Bellettieri, in verità, difende a spada tratta il presidente Bardi e lo capisco bene. Nonostante i vari tentativi di dialogo con le altre forze del centrodestra, Bardi resta sempre il presidente voluto da Forza Italia e il capo politico della loro coalizione. Penso, però, che ci sia ormai una differenza netta tra gli elettori liberali di Forza Italia e i loro esponenti politici. È sotto gli occhi di tutti il rovinoso risultato che il partito di Bardi ha fatto registrare alle ultime elezioni amministrative lucane. Prendiamo Lagonegro, ad esempio, dove la nostra lista arriva seconda, nonostante le difficoltà che tutti sappiamo, e la lista sostenuta da un consigliere regionale di Forza Italia di Lagonegro, con in testa la sindaca uscente, arriva ultima. Non capire che le stagioni politiche non sono sempre le stesse e che lo scenario è mutevole vuol dire perdere contatto con la realtà e con le persone. Incredibile, se pensiamo alla propaganda fatta per il bonus gas – ottima misura ma che va rivista – che sembrava essere la carta con cui questa destra senza più centro doveva vincere tutto. E invece”.