di Daniela Mariano
Per un italiano su 4 è Maurizio Landini il futuro del centrosinistra. E la percentuale raddoppia tra gli elettori di centrosinistra non necessariamente tesserati Dem: uno su due vede il segretario della Cgil come possibile futuro numero uno in un futuro più o meno prossimo. È quanto emerge da un sondaggio clamoroso elaborato da Emg/Adnkronos, realizzato tra il 28 e il 30 novembre. Il centrosinistra si scopre, dunque, fragile e vulnerabile con Elly Schlein che non riesce a scaldare il cuore del popolo Dem dopo aver conquistato la segreteria e battuto Stefano Bonaccini in un testa a testa avvincente che ha visto una larga partecipazione alle primarie del Pd da Nord a Sud. La segretaria Dem, già vice presidente della Regione Emilia Romagna, si è presentata fin dal suo insediamento come l’anti Meloni, riformista e aperta al dialogo in primis con le correnti interne del suo partito, ma viene accusata di aver spostato troppo a sinistra un partito che – a partire dal periodo renziano – si presentava su posizioni moderate. L’alto gradimento verso Maurizio Landini, uomo partito dal basso, dimostra la necessità di ritornare ad un partito di estrazione operaia, ad una sinistra lontana da quelli che vengono definiti i salotti elitari e capace di rivolgersi concretamente a chi tutti i giorni si reca in fabbrica, a chi vive il dramma della cassa integrazione e dell’incertezza occupazionale, una platea, dunque, che ad oggi vede in Meloni e in Salvini due leader capaci di rappresentarne, seppur tra mille difficoltà, le proprie istanze e nei quali ripongono preziose aspettative future. Analizzando il sondaggio, in particolare risponde sì a Landini leader il 42% degli elettori Pd e il 30% di quelli 5 Stelle. Insomma, quasi la metà dei Dem e un grillino su tre. Risponde no il 23% degli elettori Dem e il 44% di quelli M5S. Mentre alla domanda ’Tra Landini, Conte e Schlein chi vorrebbe come leader della sinistra?’, il 32% sceglie Landini, il 30% Giuseppe Conte e il 20% Elly Schlein. ’Non risponde’ il 18%. Quanto allo sciopero generale, gli italiani si dividono sulla sua utilità. Per il 39% infatti si tratta più di una iniziativa politica mentre per il 38% di una forma di lotta utile ai lavoratori. Il 23% non risponde.