di Giovanni Gioioso
Le Banche di Credito Cooperativo, le Casse Rurali e le Casse Raiffeisen realizzano la mutualità bancaria nei territori e nelle comunità e contribuiscono a mantenere vivi e vitali centinaia di piccoli centri del Paese. Le BCC italiane hanno chiuso l’esercizio 2023 mantenendo salda la propria presenza sui territori a fronte di una generale tendenza anche europea alla progressiva riduzione delle filiali bancarie. Il numero complessivo degli sportelli delle banche mutualistiche – 4.087 – è rimasto praticamente inalterato, così come i Comuni italiani nei quali esse sono presenti (2.521). E’ ulteriormente aumentato il numero di Comuni in cui le BCC rappresentano l’unica presenza bancaria, passati in un anno da 710 a 747, vale a dire il 35% dei Comuni ”mono-bancati” (cioè con un solo sportello). A rilevarlo è Federcasse in una nota. Il 31% dei 4.087 sportelli delle BCC è collocato in Comuni delle Aree interne. Oggi uno sportello su cinque è espressione di una BCC. Era uno su dieci venti anni fa. Nell’ultimo anno sono anche cresciute le quote di mercato in termini sia di raccolta sia di prestiti, soprattutto alle imprese, contribuendo così alla creazione di lavoro e reddito. I crediti erogati dalle BCC, a fine 2023 rappresentavano il 23,1% del totale dei prestiti alle imprese artigiane e piccola manifattura, il 23,3% alle attività legate al turismo, il 22,9% all’agricoltura, il 14,5% al settore delle costruzioni e attività immobiliari, l’11,2% al commercio, il 15,4% ai soggetti e le imprese del Terzo Settore e il 9,8% alle famiglie consumatrici. Anche il numero dei soci cooperatori è cresciuto a 1.432.709 (+ 2,5%). Così come è migliorata ulteriormente la qualità del credito (-25% i deteriorati lordi) e soprattutto il livello di patrimonializzazione (Cet 1 medio del 23,4% al giugno 2023, in ulteriore aumento al dicembre 2023). Tutti ingredienti – prossimità fisica e a distanza, accesso al credito, stabilità – che accrescono la relazione fiduciaria con soci, clienti e portatori di interesse dei territori. Si tratta di un contributo concreto e diffuso al fianco dell’economia reale, di quella platea di medie, piccole e micro imprese che costituiscono l’ossatura del sistema produttivo del Paese, spesso proprio nelle aree a rischio di spopolamento. Le BCC, le Casse Rurali e le Casse Raiffesen stanno naturalmente evolvendo il proprio modello di presenza nei territori ricorrendo a diverse applicazioni tecnologiche che consentono di mantenere la propria caratteristica di banche di relazione (relationship banking) e di inclusione finanziaria anche nell’era digitale (financial digital inclusion) con approcci di servizio che consentono la relazione, non solo la transazione, con soci e clienti anche a distanza. Anche la letteratura italiana e internazionale più recente, prosegue Federcasse, evidenzia tre elementi rilevanti: dove operano filiali di BCC l’accesso al credito delle imprese è facilitato (Beccalli e altri, 2023); si registra una riduzione delle disuguaglianze di reddito (Peruzzi, Murro, Di Colli European, Journal of political Economy, 2023) ed emerge una correlazione con indicatori di riduzione della povertà (Fiordelisi e altri, 2023). I rapporti con i prenditori di credito, soprattutto i mutuatari, sono facilitati dalla vicinanza, perché ai dati numerici – cioè quelli oggettivamente rilevabili – si aggiungono le cosiddette soft information, ovvero le importanti informazioni di natura qualitativa non classificabili con gli indicatori standardizzati. Le finalità mutualistiche – puntualmente regolate dal Codice civile, dal Testo unico bancario e dalle Disposizioni di vigilanza – consentono di caratterizzare l’azione delle BCC anche in termini di funzione sociale (oltre che economica) e di democrazia e inclusione finanziaria, elemento indispensabile della democrazia tout court. Il 95% dei crediti di una BCC deve essere erogato là dove il risparmio è stato raccolto, quindi nel territorio di competenza della singola Banca, realizzando in tal modo una peculiare forma di finanza geo-circolare.