di Daniela Mariano
Timbro unico, tecnica ed estensione vocale notevole, hanno permesso alla cantante di origini lucane Angelina Mango, di affermarsi nel panorama musicale Italiano. Arrivata sotto i riflettori con il programma “Amici” di Maria De Filippi, la giovanissima artista nasce in una famiglia che della musica ne ha fatto il suo pane quotidiano; il padre Pino Mango, con la sua voce inconfondibile ed un sound unico, così come la madre Laura Valente, ex voce dei Matia Bazar, hanno senza dubbio influito sul percorso musicale della Mango. Quest’artista dal notevole talento, a soli ventidue anni riesce a calcare l’importante palcoscenico dell’Ariston, arrivando a vincere il Festival di Sanremo. Tuttavia sarebbe giusto darle l’attenzione che merita, non solo per il premio ricevuto, ma anche per la naturalezza con la quale è riuscita a far suo un palco che spesso intimorisce anche i più grandi artisti italiani. Angelina Mango nasce a Maratea e trascorre parte della sua vita a Lagonegro. Il suo cammino musicale inizia assieme al compianto papà, al quale sceglie di dedicare l’emozionante esibizione durante la serata cover del Festival di Sanremo, cantando “La rondine”. Ciò che stupisce di questa giovane donna, è anche il tema che ha scelto di affrontare nel suo brano “La noia”. Molti l’hanno descritta come “una canzonetta ritmata e nulla più”; niente di più sbagliato, se facciamo riferimento anche alle dichiarazioni stesse della cantante. Con il ritmo incalzante della cumbia, ballo tipico colombiano, Angelina Mango pone l’attenzione su un’emozione spesso demonizzata; la noia. La canzone è molto introspettiva e sottolinea la consapevolezza che la vita è ricca di momenti felici, ma anche di momenti dolorosi, che tuttavia vanno vissuti e interpretati come occasioni di crescita e arricchimento. La cumbia associata alla noia sembra quasi un ossimoro, ma è proprio questo il messaggio, cogliere la bellezza anche nei sentimenti meno piacevoli, proprio come la noia, e vederci un’opportunità, quella di un tempo “fermo” che può stimolarci. Ciò rispecchia, seppur in piccolo, il contesto culturale nel quale viviamo, dove si presta sempre più attenzione alla salute mentale, della quale fanno parte anche queste piccole consapevolezze quotidiane. Tuttavia non si può accantonare l’aspetto musicale di questa e altre canzoni dell’artista lucana, che riesce ad utilizzare diversi registri vocali con la sua voce angelica, ma al contempo potente, riuscendo a rendere suoi anche diversi stili musicali, una caratteristica che ha ben espresso proprio durante il festival, attraverso il suo brano vivace e spedito finanche nel fraseggio, in netta contrapposizione a “La rondine” canzone dal ritmo molto più lento e dolce. Di certo il suo cognome e in generale il suo contesto familiare, hanno spinto molti ascoltatori a pensare che fosse questo l’elemento che più di tutti, l’avrebbe portata al successo, ma il suo talento innato e le sue capacità artistiche, sono innegabili e meritano di avere l’attenzione che stanno ricevendo. Ad oggi siamo tutti in attesa della sua esibizione all’Eurovision Song Contest e ci auguriamo che dopo il grande successo dei Maneskin nel 2021, anche lei possa portare a casa una vittoria tutta italiana.