di Daniela Mariano
Per il 2023 il quadro della cultura in Italia è largamente positivo. Il primo dei segnali di ripresa è che torna a crescere la domanda di cultura da parte dei cittadini. La cultura, dunque, è ripartita ed ha – forse archiviato la pandemia. La fruizione culturale si consolida e avanza non solo rispetto all’anno precedente, ma ritorna quasi completamente ai livelli del 2019, in alcuni casi superandoli. A raccontare lo stato di salute del comparto è il ventesimo Rapporto Annuale Federculture “Impresa cultura”, presentato giovedì 11 luglio a Roma in occasione dell’assemblea generale della Federazione. La spesa delle famiglie in cultura e attività connesse segna un incoraggiante più 10% sul 2022. Sorride anche l’indotto con l’occupazione culturale che nel 2023 è tornata ai livelli del 2019: più 1,2% sul 2022. Bene il turismo e il turismo culturale in particolare: più 34,5% gli stranieri nelle città d’arte. Rispetto al 2022, la fruizione di tutte le attività culturali fuori casa aumenta mediamente di circa una volta e mezzo e, in alcuni ambiti, come nel caso dei concerti (dall’11,2% al 21,7%) quasi raddoppia. Gli incrementi maggiori si registrano oltre che nei concerti, nel teatro (più 63%), nei concerti classici (più 50%) nelle visite a musei e mostre (più 44%), e ai siti archeologici e monumenti (più 43%). Venute meno le restrizioni pandemiche il settore è tornato a beneficiare anche del ritorno della domanda straniera; la cultura si conferma come il principale motore della domanda turistica internazionale, aumentata nel segmento del turismo culturale del 34,5% (viaggiatori stranieri nelle città d’arte) e di oltre il 40% in termini di spesa. Quello culturale rappresenta più del 50% del nostro mercato turistico, a conferma di un Paese dalla straordinaria offerta culturale da Nord a Sud anche se dall’indagine emerge che i livelli di fruizione culturale nelle Regioni del Sud sono circa la metà, se non un terzo, di quelle dei residenti nel Nord. Bastano pochi esempi: in Trentino Alto Adige i residenti che frequentano teatro, musei o concerti sono circa il 30-40% della popolazione, spostandosi in Basilicata questi stessi valori oscillano tra il 15 e il 20%.