Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con il Ministero dell’Economia, ha pubblicato il decreto attuativo che regolamenta il Bonus Giovani 2025. Questo incentivo, previsto dall’articolo 22 del Decreto Coesione (DL 60/2024), ha l’obiettivo di favorire l’occupazione stabile di giovani sotto i 35 anni.
Il Bonus Giovani consente ai datori di lavoro di beneficiare di un’esenzione totale dai contributi previdenziali fino a 500 euro al mese per un massimo di 24 mesi. Per le aziende situate nel Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna), l’importo massimo sale a 650 euro mensili.
Tuttavia, una limitazione importante è stata introdotta: sono esclusi gli inserimenti avvenuti prima del 31 gennaio 2025.
L’agevolazione è destinata ai datori di lavoro privati che assumono giovani con i seguenti requisiti:
L’agevolazione è valida anche se il lavoratore ha avuto in passato un contratto a tempo indeterminato presso un’azienda che ha usufruito solo parzialmente dell’incentivo.
Il Bonus Giovani 2025 non è cumulabile con altri esoneri contributivi e non può essere richiesto nei seguenti casi:
L’esonero è invece compatibile con la maggiorazione del costo del lavoro ammesso in deduzione per le nuove assunzioni previste dal D.lgs. 216/2023.
Per poter usufruire dell’incentivo, i datori di lavoro devono rispettare le seguenti condizioni:
Le domande dovranno essere inviate telematicamente all’INPS, seguendo le modalità che saranno definite dall’Istituto. Per presentare la richiesta, saranno necessari i seguenti dati:
Le richieste verranno valutate in base alle risorse disponibili, tenendo conto della capienza finanziaria territoriale del Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027. Inoltre, l’INPS monitorerà il rispetto delle condizioni previste e, in caso di indebita fruizione, il datore di lavoro dovrà restituire l’importo percepito, con l’applicazione delle relative sanzioni.
Il Bonus Giovani 2025 rappresenta un’importante opportunità per le aziende che desiderano investire nell’occupazione giovanile, riducendo significativamente il costo del lavoro. Tuttavia, l’esclusione delle assunzioni precedenti al 31 gennaio 2025 potrebbe penalizzare alcune imprese che stavano già pianificando nuove assunzioni.
Per maggiori dettagli e per rimanere aggiornati sulle modalità operative, si consiglia di consultare il sito ufficiale dell’INPS e del Ministero del Lavoro.