Un’azienda di autotrasporto è stata multata dal Garante per la protezione dei dati personali per uso illecito dei sistemi GPS installati sui mezzi aziendali. La sanzione di 50.000 euro è arrivata dopo la denuncia di un ex dipendente, che ha portato a un’indagine condotta in collaborazione con il Nucleo tutela privacy della Guardia di Finanza.
🔍 Violazioni riscontrate:
✅ Assenza di informativa adeguata ai lavoratori
✅ Tracciamento continuo, anche durante le pause
✅ Identificazione diretta dei conducenti senza anonimizzazione
✅ Conservazione dei dati per oltre cinque mesi, in violazione del GDPR
📜 Leggi il provvedimento del Garante Privacy:
👉 Garante Privacy – Provvedimenti e Sanzioni
Il monitoraggio dei dipendenti tramite GPS è regolato dall’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970) e dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR – Regolamento UE 2016/679).
⚖️ Quando è consentito l’uso del GPS?
✔️ Per esigenze organizzative e produttive
✔️ Per la sicurezza sul lavoro
✔️ Per la tutela del patrimonio aziendale
📝 Requisiti obbligatori per le aziende:
📌 Accordo sindacale con RSA/RSU o autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro (ITL)
📌 Informativa chiara ai dipendenti sull’uso dei dati raccolti
📌 Limitazione del tracciamento alle sole finalità dichiarate
📌 Misure di anonimizzazione per evitare identificazione diretta
📌 Tempo di conservazione ridotto e conforme alle norme
🔗 Leggi il GDPR completo qui:
👉 Regolamento UE 2016/679 – GDPR
🔗 Scopri le regole sul controllo a distanza nello Statuto dei Lavoratori:
👉 Legge 300/1970 – Art. 4
L’azienda multata aveva ottenuto l’autorizzazione, ma ha violato i limiti imposti:
❌ Monitoraggio continuo senza pause
❌ Dati conservati oltre il termine consentito
❌ Nessuna anonimizzazione degli autisti
📌 Un esempio concreto:
Un dipendente veniva identificato anche durante le pause o dopo il servizio, poiché il sistema non prevedeva né un “pulsante privacy” per disattivare il GPS né meccanismi di anonimizzazione.
🔎 Cosa deve fare un’azienda per evitare sanzioni?
✔️ Rispettare gli accordi sindacali e le autorizzazioni
✔️ Fornire un’informativa dettagliata ai lavoratori
✔️ Evitare il tracciamento eccessivo e non necessario
✔️ Garantire l’anonimizzazione dei dati ove possibile
✔️ Stabilire tempi di conservazione adeguati
💡 Questo caso rappresenta un segnale di allarme per tutte le aziende che utilizzano strumenti di geolocalizzazione o controllo a distanza. Se da un lato la tecnologia migliora l’organizzazione del lavoro, dall’altro non deve trasformarsi in sorveglianza illegittima dei dipendenti.
👨⚖️ Il rispetto delle norme non è solo un obbligo, ma un dovere etico e professionale. La tutela della privacy favorisce un clima lavorativo più sereno e una maggiore fiducia tra azienda e lavoratori.
🔗 Vuoi approfondire il tema? Consulta le guide ufficiali:
📌 Garante Privacy – FAQ su Controllo a Distanza
📌 Ispettorato del Lavoro – Autorizzazioni per il Controllo