Nel 2020 una parte significativa delle imprese campane si attende riduzioni di fatturato. Gli investimenti sono in calo, i consumi deboli. I settori che maggiormente hanno subito gli effetti della pandemia sono i servizi e il turismo. Tiene il settore agroalimentare le cui imprese registrano in alcuni casi un aumento di fatturato. E’ quanto emerge dal rapporto sull’economia della Campania, 2019 e primo trimestre 2020, presentato in modalita’ webinar, dalla Sezione campana di BANKITALIA. In un quadro di forte incertezza dovuta all’emergenza Covid i contraccolpi maggiori si registrano nel mercato del lavoro che sta influenzando il clima di fiducia dei cittadini, nonostante la forte accelerazione nel ricorso alla Cig. Antonio Cinque, direttore della sede di Napoli di BANKITALIA, ha sottolineato che la Campania “sta vivendo un forte rallentamento economico” e che “da inizio marzo 2020 siamo entrati in una fase di stagnazione economica. Il Pil regionale si e’ ridotto di oltre 10 punti rispetto al 2007”, tuttavia, ha aggiunto “le importanti iniziative avviate in ambito europeo, per famiglie e imprese, potranno aiutarci a superare i punti di debolezza sia a livello nazionale che nel Mezzogiorno e a ridurre il divario tra Nord e Sud”.
Paolo Emilio Mistrulli, della divisione analisi e ricerca territoriale della sede di Napoli di BANKITALIA, nel commentare il Rapporto, e’ partito dall’analisi del sistema sanitario regionale. “Il disavanzo si e’ trasformato negli ultimi anni in avanzo, ma la dotazione di personale e di posti letto resta ancora carente”. Per quanto riguarda il Pil regionale, Mistrulli ha sottolineato che l’economia campana prima della crisi post-Covid registrava un rallentamento della ripresa iniziata nel 2014, e che gli investimenti sono lontani dai livelli pre-2008. Bene invece le esportazioni (aumentate del 14% nel 2019), soprattutto grazie alla crescita della portualita’ campana, Napoli e Salerno. Bene il settore farmaceutico, l’agroalimentare, l’aerospazio, l’automotive. Uno dei settori che non recupera e’ quello delle costruzioni. Sul fronte occupazionale nel 2019 c’e’ stato un calo dell’1%. Capitolo a parte il turismo: in Campania dal 2007 al 2019 c’e’ stata la crescita piu’ sostenuta rispetto al resto del Mezzogiorno e al resto d’Italia. “La Campania – ha affermato Mistrulli – si trova ad affrontare una terza crisi, con il rischio di ridurre il recupero che si e’ avuto tra il 2014 e il 2017. Se l’emergenza sanitaria continua i fattori di crescita che hanno trainato la ripresa dal 2014, e legati alla domanda globale, come turismo ed esportazioni, la Campania perdera’ importanti fattori di crescita”.
Dai dati del Rapporto emerge inoltre che i primi effetti del Covid sull’economia del Mezzogiorno fanno registrare nel primo trimestre 2020 un calo del Pil del 4%, piu’ contenuto rispetto alle Regioni del Nord. Per quanto riguarda le entrate correnti dei Comuni campani c’e’ stata nel 2019 una riduzione del 2,8%, ma se gli effetti dell’emergenza sanitaria dovessero continuare la stima del calo e’ del 10%. Andrea Prete, vicepresidente di Unioncamere, ha sottolineato che la Campania ha reagito molto bene all’emergenza. “Siamo una regione spesso attenzionata ma stavolta grazie alla condotta delle istituzioni regionali e dei cittadini ha avuto un atteggiamento molto responsabile. Molto importanti sono stati anche gli aiuti della Regione ad imprese, famiglie e professionisti”, mentre “iniziative europee come il Recovery fund e il Mes, quest’ultimo necessario per gli investimenti nel settore della sanita’, possono essere una importante occasione di rilancio”.
Conclusioni affidate a Daniele Franco, direttore generale di BANKITALIA. “L’economia della Campania – ha detto – negli ultimi anni come tutta Italia ha sofferto ma mette in luce punti di forza: turismo internazionale, esportazioni, agroalimentare. Senza uno sviluppo del Sud non puo’ esserci uno sviluppo dell’Italia. Nel 2019 – ha aggiunto – il Pil pro-capite nel Mezzogiorno era il 56% di quello del Centro-Nord: un gap enorme, molto piu’ ampio in quello che si registra in altri Paesi, ed e’ un gap invariato da 40 anni. E’ un problema aperto, come ha ricordato il Governatore Visco”. “E’ presto – ha poi concluso – per dire quanto la pandemia influenzera’ l’economia regionale e nazionale”.