Ridurre gli orari di lavoro a parità di salario. E’ la proposta del neo segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, nel suo intervento al consiglio confederale nazionale.
“Noi pensiamo, se effettivamente vogliamo guardare al futuro, che gli orari rigidi, l’uniformità e la stabilità dei modelli vada riaffrontata”, ha detto Bombardieri, che ha spiegato: Non possiamo chiedere cambiamenti e avere i piedi cementati nell’idea fordista dei modelli standard di orario di lavoro. Sono passati 100 anni dal primo contratto del 1919 dei Metallurgici che dopo dure lotte sindacali riconosceva le 8 ore e la prima settimana di ferie. Oggi troviamo 6/7 regimi di orario diversi nella stessa azienda, i part time, i turni“, ha sottolineato il sindacalista, convinto che “dopo cento anni nessuno può impedirci di voler discutere la qualità del lavoro per pensare ad una diversa organizzazione della società. Partiremo da quanto prevede la nostra Costituzione dove all’Articolo 36 sancisce che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionale alla quantità e alla qualità del suo lavoro“, ha osservato Bombardieri.
Il leader della Uil ha rivolto anche un monito al governo: “La nostra organizzazione, come quella di Cgil e Cisl, è fatta di donne e uomini, di giovani e anziani, che hanno riempito tantissime piazze lo scorso anno per chiedere un Paese diverso. E se non rispetterete quei lavoratori, quelle lavoratrici, quei giovani, quei pensionati, se non li ascolterete, siamo pronti a ritornare in quelle piazze“. Bombardieri si è detto favorevole all’utilizzo del Mes: “A chi ha ancora dei dubbi chiediamo di ricordare i 35.000 morti, di entrare in pronto soccorso, di visitare gli ospedali del Sud”, ha detto, e ha aggiunto: “Abbiamo letto con attenzione la strategia del Recovery Found, e se parliamo di Next Generation Eu ci aspettiamo che i Capi di Stato e di Governo europei, riescano a pensare e a decidere per garantire il futuro delle prossime generazioni a partire dai giovani di oggi”, ha aggiunto
Secondo Bombardieri, inoltre, “dovremmo riformare gli ammortizzatori sociali, questi mesi hanno messo alla prova tutti gli strumenti e le tipologie facendone emergere pregi, difetti e carenze”. Occorrono, per il sindacalista, “nuove politiche di sostegno che riescano ad intrecciarsi con la formazione e la riqualificazione professionale. Ammortizzatori che coprano tutte le lavoratrici e i lavoratori e che tengano conto delle peculiarità dei vari settori”, ha evidenziato.
Il segretario della Uil si è poi rivolto al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: “Chiediamo a Confindustria di affrontare i mali del capitalismo italiano: il nanismo dimensionale, la carenza di investimenti, la scarsità di innovazione, la mancanza di cultura manageriale. Nel momento in cui bisogna ricostruire il nostro sistema economico e produttivo c’è bisogno di un patto per il Paese che veda le parti sociali, sindacati e imprese, protagonisti”, ha osservato Bombardieri.