Sono poco meno di 240 mila le imprese italiane «a rischio usura», quelle cioè che, secondo la definizione della normativa europea, presentano delle esposizioni bancarie deteriorate. E tra queste 16 mila, stando a quanto riporta il Giornale di Sicilia in edicola, sono imprese siciliane.
E’ quanto emerge da un rapporto dell’Ufficio studi della Cgia, il quale precisa che «stiamo parlando delle aziende e delle partite Iva che risultano essere schedate presso la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia come insolventi». Si tratta, spiega la Cgia, di una classificazione che, di fatto, «pregiudica, per legge, a questi soggetti economici di accedere ad alcun prestito erogato dalle banche e dalle società finanziarie. Una condizione che, ovviamente, non consente di avvalersi nemmeno delle misure agevolate messe in campo recentemente dal Governo con il cosiddetto «decreto Liquidità».