Rallenta, ma rimane solido, il ritmo con cui l’industria italiana sta riaccendendo i motori dopo lo stop causato dal lockdown messo in campo per frenare il Coronavirus. A giugno, certifica l’Istat, la produzione industriale, pur rimanendo lontana dai livelli pre-Covid, ha visto “un aumento mensile, al netto della stagionalità, dell’8,2%, che segue quello eccezionale registrato a maggio (+41,6%)”. La crescita, aggiunge l’istituto di statistica (come riportato dall’Agi), è trasversale ai vari settori: “tutti i comparti sono in crescita congiunturale, ad eccezione di quello della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici, in leggera flessione”.
La strada da recuperare resta molta
La strada da recuperare rimane però molta, considerato che nel secondo trimestre, principalmente a causa del mese di aprile, l’unico completamente in ‘lockdown’, la produzione industriale al netto delle costruzioni è caduta del 17,5% in termini congiunturali.
“Sebbene in recupero, i livelli produttivi restano ancora distanti da quelli prevalenti prima dei provvedimenti legati all’emergenza sanitaria; rispetto a gennaio la produzione risulta inferiore, al netto dei fattori stagionali, di oltre 13 punti percentuali”, sottolinea il report mensile dell’Istat.
Ma le aspettative sono positive
Per i prossimi mesi, tuttavia, le aspettative indicano un proseguo della traiettoria di maggio e giugno. “Il possibile aumento dell’attività nei prossimi mesi sembra confermato a luglio dall’aumento della fiducia delle imprese, spinto dal miglioramento dei giudizi sugli ordini”. si legge nella Nota mensile sull’economia italiana, che spiega anche come a giugno i consumi siano tornati vicini ai livelli pre-Covid, grazie anche “una riduzione dell’occupazione notevolmente inferiore a quella dell’attività economica” che “associata ai meccanismi di supporto ai redditi introdotti in questi mesi, sembra riflettersi sugli acquisti di beni di consumo da parte delle famiglie, in decisa ripresa”.
“Prosegue la ripresa della nostra economia: Istat stima la produzione industriale di giugno a +8,2%, un dato che crea i presupposti per un forte rimbalzo del Pil nel terzo trimestre”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, commentando i dati. “L’Italia è sulla strada giusta. Continuiamo a sostenere lavoratori e imprese per superare la crisi”, aggiunge il ministro.
Il mese scorso l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio è tornato sopra quota cento (101,8), grazie alla ripresa degli acquisti non alimentari (+24,4% sul mese precedente), sostenuti anche dalla spinta degli acquisti online che registrano un balzo del 32,5% nei primi sei mesi dell’anno.
A sostenere la fiducia per i prossimi mesi anche l’andamento dell’industria tedesca, a cui quella italiana è da sempre legata a doppio filo: a Berlino gli ordinativi a giugno, secondo l’ufficio nazionale di statistica, sono schizzati del 27,9%, superando ampiamente le aspettative che vedevano una crescita del 10,1%, sostanzialmente in linea con quella del mese precedente.
Le nubi: ore lavorate e asimmetria della pandemia
Nonostante i numeri favorevoli, tuttavia, ci sono ancora anche aspetti negativi che l’Istat sottolinea, come quello sulle ore lavorate, che sono ancora inferiori ai livelli di prima della pandemia. Da maggio è partito un processo di recupero, che si è rafforzato a giugno, ma nel complesso anche su questo fronte i passi avanti non sono sufficienti. “Il miglioramento segnato negli ultimi due mesi non ha quindi permesso di recuperare pienamente il gap segnato tra marzo e aprile. I livelli delle ore effettivamente lavorate pro-capite sono ancora inferiori rispetto a quelli di febbraio (-3,4 ore per il totale, -2,9 per i dipendenti e -5,2 per gli autonomi)”, evidenzia lo studio.
Altro punto dolente è ‘l’asimmetria’ nell’evoluzione della pandemia, che pesa sul commercio mondiale, cruciale per un paese esportatore come l’Italia. “Lo scenario internazionale nelle ultime settimane è stato caratterizzato in qualche misura da una asincronia dell’evoluzione della pandemia tra paesi che ha penalizzato ulteriormente la ripresa degli scambi mondiali”, conclude Istat, che però evidenzia come “gli scambi con l’estero dell’Italia evidenziano a maggio una ripresa sia delle esportazioni sia, in misura più contenuta, delle importazioni”.