Nel 2020 crolleranno gli introiti dell’imposta di soggiorno: -63 milioni di euro per i Comuni del G20s (la rete che riunisce le destinazioni balneari piu’ visitate d’Italia, con almeno un milione di pernottamenti all’anno). Lo rileva la Fondazione Think Tank Nord Est che ha analizzato i bilanci di previsione delle principali spiagge italiane per valutare la portata di questo mancato introito. Secondo le previsioni di inizio 2020, Rimini avrebbe incassato circa 9,5 milioni, Sorrento 6 milioni, Jesolo piu’ di 5 milioni, Riccione 4,3 milioni, S.Michele al Tagliamento-Bibione 4 milioni, Cavallino-Treporti 3,8 milioni, Cervia e Taormina 3,2 milioni. Tra 2 e 2,5 milioni invece Caorle, Ischia, Cesenatico, Forio, Arzachena e Lignano Sabbiadoro, mentre Vieste e Cattolica avrebbero ottenuto tra 1,7 e 1,6 milioni. Recentemente il governo e’ venuto incontro ai Comuni turistici destinando 100 milioni di euro quale ristoro parziale delle minori entrate derivanti dall’imposta di soggiorno. Per il momento sono stati distribuiti 90 milioni. Oltre 10 i milioni ottenuti dalle piu’ rinomate localita’ balneari del Paese: 1,6 milione sono andati a Rimini, oltre un milione a Sorrento, circa 850 mila euro a Jesolo, quasi 700 mila a Riccione, piu’ di 650 mila a S.Michele al Tagliamento-Bibione. Circa mezzo milione per Cavallino-Treporti, Cervia e Taormina. Tuttavia, il ristoro ottenuto copre solo il 16% del gettito previsto prima del coronavirus. Di conseguenza, le principali spiagge italiane dovrebbero recuperare circa 53 milioni di euro: una cifra impossibile da raggiungere con gli scarsi flussi turistici del 2020. E infatti il Decreto Agosto aumenta le risorse a favore dei Comuni per coprire le minori entrate dell’imposta di soggiorno, stanziando ulteriori 300 milioni di euro. “Quest’anno sara’ difficile incassare anche solo la meta’ di quanto preventivato dai Comuni a inizio 2020 – spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione – ma le amministrazioni locali non devono rinunciare ad investire nel settore turistico”.