Architettura circolare, rimovibile e riusabile; materiali nuovi, come fondi di caffè, funghi, bucce d’arancia e farina ricavata dalle alghe impiegati per la realizzazione della struttura; nessun ricorso a metodi di climatizzazione non naturali. Questi e molti altri elementi fanno del Padiglione Italia a Expo Dubai, che aprirà i battenti il 1 ottobre del 2021, un esempio di sostenibilità. Lo riferisce una nota, spiegando che come raccontano i progettisti Carlo Ratti e Italo Rota, il Padiglione italiano, la cui copertura composta da tre scafi rovesciati andrà a costituire il più grande tricolore della storia del nostro Paese, sarà un esempio della nuova architettura post-covid: “Un laboratorio per sperimentare su temi fondamentali, per ripensare la frontiera tra naturale e artificiale”. Muri, passerelle e strutture saranno realizzati da aziende che rappresentano le eccellenze italiane impiegando materiali alternativi: plastica riciclata dagli oceani, farina ricavata dalle alghe, che verranno “coltivate” all’interno del Padiglione e avranno anche la funzione di purificare l’aria trasformando l’anidride carbonica prodotta dal respiro dei visitatori in ossigeno, funghi, fondi di caffè e polvere estratta dalle bucce d’arancia. Il Padiglione Italia, che vuole rispettare i canoni del nuovo modello di evento ‘ibrido’, fruibile in presenza e digitalmente, post-covid di cui Expo Dubai sarà il primo esempio, con la sua architettura mira a toccare tutti i sensi dei visitatori, siano essi in presenza o no.