L’indice Pmi dell’Eurozona perde slancio ad agosto e scende ai minimi da due mesi, soprattutto a causa dall’aumento dei contagi in varie parti dell’area dell’euro e per le rinnovate restrizioni, che incidono in particolare sul settore dei servizi. L’indice Pmi , come riporta l’Agi, composito dell’Eurozona, calcolato da Ihs Markit, frena a 51,6 punti, dai 54,3 punti di luglio, pur restando sopra la soglia dei 50 punti che separa le fasi di espansione da quelle di contrazione. I dati, all’interno dei Paesi e fra i diversi Stati, sono contrastanti. In Germania il Pmi composito scende da 55,3 a 53,7 punti, ma il Pmi manifatturiero della prima potenza industriale europea riparte e avanza a 53 punti dai 51 punti di luglio, mentre il Pmi servizi scende a 50,8 punti da 55,6 di luglio. In Francia invece il Pmi frena da 57,3 a 51,7 punti, soprattutto a causa del Pmi manifatturiero che torna in contrazione e arretra a 49 punti ad agosto.
“Eurozona al bivio, la ripresa vacilla”
“Il rimbalzo dell’Eurozona – commenta Andrew Harker, capo economista di Ihs Markit – ha perso slancio ad agosto, evidenziando la debolezza intrinseca della domanda causata dalla pandemia. La ripresa è stata minata dall’aumento dei casi di virus in varie parti dell’area dell’euro, con rinnovate restrizioni che incidono in particolare sul settore dei servizi. E ora l’Eurozona si trova a un bivio: ancora non si capisce se la crescita riprenderà nei prossimi mesi, o se continuerà a vacillare dopo l’iniziale rimbalzo post-lockdown“.
“Il passo della ripresa dipenderà probabilmente in larga misura dall’efficacia della capacità di contenere la diffusione del Covid e da quanto le società e i loro clienti acquisteranno la fiducia necessaria per sostenere la crescita. In ogni modo il manifatturiero ha continuato a mostrare un aumento della produzione e dei nuovi ordini, ma le aziende rimangono caute specie in materia di occupazione, optando di nuovo per abbassare i livelli di organico ad agosto a causa della mancanza di fiducia per la forza della ripresa”, conclude l’economista.
Bene l’industria tedesca ma cala l’occupazione
“Dopo i rapidi guadagni del Pmi tedesco nei tre mesi precedenti – commenta Phil Smith,vice direttore di Ihs Markit – che hanno coinciso con le riaperture, ad agosto i risultati flash mostrano che il recupero ha perso un po’ di slancio. Il rallentamento si è incentrato nel settore dei servizi, dove la crescita era prossima allo stallo per le restrizioni nei viaggi. Anche il calo sostenuto nell’occupazione continua a minare la domanda interna. Il manifatturiero è andato meglio, almeno in in termini di andamento della produzione e di nuovi ordini, che sono cresciuti al ritmo più veloce da due anni e mezzo. Tuttavia, gli ulteriori tagli alla forza lavoro in fabbrica ci ricordano che le imprese restano sotto pressione e stanno tagliandi i costi“.
I dubbi francesi sulla ripresa ‘a V’
“In Francia- commenta Eliot Kerr, economista di Ihs Markit – dopo la forte espansione registrata a luglio, lo slancio della crescita è alquanto frenato, con i nuovi ordini che rallentano a un ritmo da lumaca a causa delle nuove chiusure da parte dei produttori. Nel frattempo c’è stata una riaccelerazione per il lavoro dopo tre mesi di allentamenti successivi. Nel complesso, i risultati evidenziano la fragilità della domanda e aumentano i dubbi sulla ripresa a V che molti avevano sperato“.