Nel terzo trimestre potrebbero presentarsi “effettivamente” le condizioni per un “fortissimo rimbalzo” per la nostra economia con una chiusura di questo ‘annus horribilis’ “non lontana dalle previsioni originarie che il governo aveva dato”. A dirlo è il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in collegamento con il Meeting di Rimini, durante il quale ammette che ora sulle spalle del governo c’è una “responsabilità enorme e grandissima” ma, assicura, “la nostra consapevolezza è altrettanto forte”.
L’italia ha assorbito meglio di attese il colpo del lockdown
Si guarda indietro Gualtieri, ripercorrendo i momenti più critici della pandemia durante i quali “c’è stata una fase necessaria, assolutamente fondamentale, che è la premessa per il cambiamento, che noi abbiamo dovuto e voluto intraprendere per sforzarci di non lasciare indietro nessuno e per aiutare il più possibile il Paese a non dissipare la capacità produttiva e l’occupazione”. Ammette che “naturalmente dei costi ci sono stati, non dobbiamo dare una rappresentazione rosea che sarebbe assolutamente scollegata dalla realtà. Ma certo tutti gli indicatori ci dicono che l’Italia – più di altri Paesi europei e insieme a quelli che hanno adottato politiche simili – ha assorbito il colpo di una chiusura totale delle attività produttive molto meglio di come tutti i previsori si sarebbero aspettati“.
Il nostro paese può sorprendere positivamente
Il titolare del Mef si dice, inoltre, convinto che “l’Italia si presenta a questo snodo così delicato nelle condizioni per sorprendere positivamente per i risultati che si possono conseguire sul piano economico, sia nell’immediato, sia soprattutto per come abbiamo la possibilità di innescare un nuovo ciclo di sviluppo e di cambiamento del Paese”.
Lo sguardo all’Europa
Adesso, prosegue, siamo in “una fase di transizione con un autunno dal quale dipenderanno i dati finali dell’economia di quest’anno e poi si aprirà la fase della grande opportunità con il Next generation Ue di costruire un cambiamento profondo”. Un forte contributo, per far sì che l’Italia possa uscire senza troppe ammaccature da questa situazione arriva appunto dall’Europa.
Risorse per risolvere nodi strutturali
Davanti a una crisi senza precedenti e grazie alle risorse europee adesso si presenta “l’occasione di risolvere quei nodi profondi” che attanagliano da sempre il nostro Paese ostacolandone la crescita. In vista del Recovery Plan “abbiamo già raccolto 534 progetti e ci apprestiamo a raccoglierne altri” ma assicura “noi non realizzeremo progetti che fanno debito cattivo, per usare l’espressione di Draghi, noi realizzeremo solo progetti che incidano sui grandi nodi, assi, colli di bottiglia strutturali. Affrontare i quali è la condizione non solo per contenere l’effetto congiunturale ma per cambiare profondamente questo paese e renderlo più coeso“.
Debito ue non sia ‘one off’ ma passo verso vera unione
Si dice poi d’accordo “al 100%” con l’ex governatore della Bce, “dobbiamo dimostrare che la scelta europea di emettere eurobond e di avviare politiche comuni non è ‘one-off’ ma il primo passo per la costruzione di una vera unione politica ed economica. E solo se noi dimostreremo che queste risorse – che questo debito comune europeo – sono spese bene, e cito Draghi è ‘debito buono’, noi contribuiremo a far sì che non sia stato solo un episodio singolo”. Per questo, “il tema della formazione, dei giovani e della ricerca, dell’educazione è decisivo e assolutamente centrale” come “centrale sarà anche favorire la crescita dimensionale e l’innovazione delle imprese, ricucire il Paese con reti di infrastrutture materiali e immateriali innovative e sostenibile, aumentare il livello degli investimenti pubblici e privati e creare buona e piena occupazione. Questi saranno gli assi di fondo del lavoro“.
La riforma fiscale si farà
Tra i punti sul quale il governo sta lavorando c’è anche il Fisco. “La riforma fiscale – spiega – è decisiva e ci sarà” però “si deve autofinanziare attraverso una ‘debonusizzazione’ del nostro sistema fiscale e un rafforzamento del contrasto all’evasione. Una riforma che a regime deve essere sostenibile e deve concentrare le risorse sulle famiglie, sul lavoro e sull’impresa”.