“L’incredibile cortina di silenzi, misteri ed abusi che e’ calata sullo stabilimento siderurgico di Taranto, di tanto in tanto si squarcia per mezzo del grido di stanchezza e preoccupazione dei lavoratori, con i quali non possiamo che essere solidali, senza se e senza ma”. Lo sottolinea il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci intervenendo sulla questione ex Ilva e in particolare in merito alle due giornate di sciopero proclamate dai sindacati per domani nel reparto Pla2 e per lunedi’ 7 settembre nel reparto Laf dopo la riduzione del personale tecnologico decisa dalla multinazionale. Fim, Fiom e Uilm lamentano un ricorso a ore di straordinario pur in presenza di lavoratori in cassa integrazione-Covid. “Oggi – aggiunge il primo cittadino – non e’ piu’ nemmeno il caso di commentare i comportamenti di ArcelorMittal, che sottolineano soltanto che ogni azione va costantemente nella direzione di un conflitto con la comunita’, insieme residenti, addetti diretti ed indiretti, e come sempre con l’ecosistema”. “Non conosciamo ancora – insiste Melucci – i termini del negoziato che sta conducendo il Governo, per il tramite sembrerebbe di Invitalia, ma di certo la nostra posizione resta molto esigente dal punto di vista della valutazione del danno sanitario, della radicale conversione tecnologica e dunque del ridimensionamento sostanziale degli impianti, oltre che di convinto rifiuto di un partner come questo ArcelorMittal a Taranto”. Il sindaco annuncia che “il Comune di Taranto inviera’, in proposito, una missiva al Primo Vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per il clima e il green deal europeo Frans Timmermans. E’ giunto il momento di voltare pagina e dare risposte definitive ai tarantini, in coerenza con la strategia europea della transizione giusta. E l’ennesimo sciopero – conclude Melucci – indica che il modello industriale che sembra interessare ad ArcelorMittal non ha alcun futuro”.