Da mercoledi’ prossimo sino a fine mese gli italiani dovranno districarsi tra una vera e propria “giungla fiscale” costituita da ben 270 scadenze, tra i versamenti che sono stati prorogati in questi ultimi mesi a causa del Covid e gli adempimenti ordinari previsti dal calendario. A segnalarlo e’ l’Ufficio studi della Cgia, che sottolinea: “Sia chiaro. Non e’ che i contribuenti saranno chiamati a onorarle tutte, ma tra pagamenti, comunicazioni, adempimenti, ravvedimenti operosi, dichiarazioni ed istanze da presentare all’erario, saremo costretti a trascorrere giornate molto stressanti”. A chiederci il conto ci penseranno, in particolar modo, l’Iva, i contributi previdenziali l’Ires, l’Irap e il saldo/acconto Irpef (queste ultime per coloro i quali hanno optato per la rateizzazione), etc. La giornata piu’ difficile sara’ il prossimo 16 settembre quando il fisco ci chiedera’ 187 versamenti e la presentazione di 2 comunicazioni e di 3 adempimenti. “Da mercoledi’ prossimo – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi, Paolo Zabeo – scattera’ una vera e propria maratona fiscale. Per 15 giorni non avremo tregua e le imprese, in particolar modo quelle di piccola dimensione, saranno sottoposte ad un forte prelievo. Il groviglio di scadenze tese dall’erario non ci lascera’ scampo e in attesa della semplificazione fiscale e del tanto agognato taglio delle tasse, l’unica certezza su cui potremo contare e’ che ancora una volta dovremo mettere mano pesantemente al portafoglio”.
– NECESSARIO TAGLIARE LE TASSE ED EROGARE PIU’ CREDITO La Cgia fa notare che la necessita’ di avere un sistema fiscale piu’ semplice, meno esoso e piu’ giusto e’ ormai avvertito da tutti. Soprattutto dai leader politici nazionali, anche se in questi ultimi 20 anni alle promesse non sono seguiti i fatti. “Solo con un drastico taglio delle tasse e una forte iniezione di liquidita’ – dichiara il segretario Renato Mason – possiamo aiutare concretamente il mondo delle micro e piccole imprese. Altrimenti, rischiamo una moria senza precedenti che desertifichera’ tantissime zone produttive e altrettanti centri storici sia di piccole che di grandi citta’, minando la coesione sociale che in questo Paese e’ il pilastro su cui si basa la nostra economia. Per evitare tutto questo, pero’, bisogna intervenire rapidamente. Tanti artigiani e piccoli commercianti sono allo stremo e possono ancora risollevarsi se saremo in grado di dare a loro delle risposte in tempi ragionevolmente brevi. Ovvero – conclude Mason – consentendogli di pagare molte meno tasse, di avere una burocrazia meno oppressiva e di disporre di risorse finanziarie sufficienti per superare questa situazione di grave difficolta’”.
PER LE SCADENZE SLITTATE AL 16 I PAGAMENTI SONO FACILITATI Tra i 187 versamenti da onorare entro mercoledi’ 16 settembre, 13 sono quelli che sono stati sospesi in questi ultimi mesi a seguito della crisi sanitaria provocata dal Covid. Si ricorda che con il decreto di agosto (in fase di conversione di legge) e’ prevista una ulteriore parziale proroga per queste 13 scadenze secondo le seguenti modalita’: il 50 per cento del dovuto si puo’ versare in un’unica soluzione entro il 16 settembre o in 4 rate mensili di pari importo (di cui la prima il 16 di settembre). Il restante 50 per cento del dovuto si puo’ rateizzare al massimo in 24 rate mensili di pari importo, con il versamento della prima rata a partire dal 16 gennaio 2021.
– LA PRESSIONE FISCALE NEL 2020? BISOGNA ATTENDERE IL NADEF Per l’anno in corso, fa sapere la Cgia, e’ estremamente difficile prevedere a quanto ammontera’ la pressione fiscale. Molto probabilmente e’ destinata ad aumentare, non tanto a causa di un incremento delle entrate tributarie, ma per la forte contrazione del Pil che, rispetto al 2019, dovrebbe ridursi del 10 per cento. Ricordiamo, infatti, che la pressione fiscale e’ il risultato del rapporto tra le entrate fiscali e il prodotto interno lordo. A chiarire l’interrogativo ci pensera’ la Nota di Aggiornamento del Def che sara’ presentata alle Camere nelle prossime settimane.
– LA BUROCRAZIA FISCALE COSTA ALLE PMI 3 MILIARDI L’ANNO Oltre alle tasse, conclude la Cgia, in Italia il problema e’ anche il peso dell’oppressione fiscale che ostacola l’attivita’ quotidiana delle imprese: 270 scadenze in 15 giorni previste in questo mese sono decisamente troppe. Al netto delle tariffe applicate dai commercialisti per la tenuta della contabilita’ aziendale, secondo una indagine realizzata periodicamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale in capo agli imprenditori (obblighi, dichiarativi, certificazione dei corrispettivi, tenuta dei registri, etc.), ammonta a circa 3 miliardi di euro all’anno. Un costo che penalizza soprattutto i piccoli imprenditori che, a differenza delle medie e grandi aziende, non dispongono di strutture amministrative interne all’azienda in grado di occuparsi di questa situazione.