di Cinzia Conti*
Da un lato le citta’ d’arte che registrano un vuoto irreale, dall’altra le localita’ marine premiate anche dagli italiani che di solito passano le vacanze all’estero. La strana estate del Covid e’ stata segnata da forti contrasti, e anche dal fatto di essere piu’ lunga visto che a settembre c’e’ una quantita’ di italiani in vacanza piu’ alta del solito, anche se l’assenza di stranieri continua a pesare in modo “soffocante” sul settore. Ma partiamo dalle principali localita’ turistiche che – ad agosto secondo l’elaborazione dell’Unione Nazionale Consumatori sui dati Istat – sono in deflazione per quanto riguarda i prezzi degli alberghi e registrano cali sostenuti nei prezzi degli alloggi: dal sorprendente -22,2% di Venezia al -7,5% di Firenze, dal robusto -7,3% di Bologna al -4,5% di Roma. La citta’ lagunare si colloca al secondo posto della graduatoria nazionale delle citta’ e delle regioni che hanno registrato i minori rincari annui che vede al primo posto Trapani, con un calo annuo del 29,8%, ossia quasi un terzo. Al terzo posto Grosseto, -14,8%, poi Lucca, -13,9% e al quinto posto Rimini, -10,3%. In media i prezzi scendono su base tendenziale del 2,1%. “E’ evidente che questa deflazione record e’ il segno della crisi e del minor afflusso turistico di italiani e di stranieri registrato questa estate per via dell’emergenza Covid. Al crollo della domanda gli albergatori hanno reagito come potevano e dovevano, ossia abbassando i prezzi, cosi’ da cercare di contenere le perdite” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Dall’altra parte della classifica, i rialzi annui piu’ alti per Parma (+11,4%), Cosenza (11,1%) e Cuneo (+8,4%). “Tra la citta’ piu’ in deflazione e quella con i maggiori rincari, ossia tra Trapani e Parma – spiega Dona – ci sono oltre 40 punti percentuali di differenza (41,2), segno di come la reazione degli albergatori sia stata molto differente a seconda della citta’ e, soprattutto, dei flussi turistici, evidentemente molto diversificati. Alcune localita’ hanno maggiormente risentito della riduzione dei turisti stranieri. Non per niente, le regioni piu’ in deflazione sono la Toscana, al primo posto con una flessione dei prezzi degli alberghi del 6,7%, poi il Veneto (-6,5%) e al terzo posto la Liguria (-6,3%). Alzano i prezzi, invece, nel Trentino Alto Adige, con il rialzo record del 5,3% e in Campania, +4,1%”. Ma l’altra faccia della medaglia la denuncia il Codacons: forti rincari dei listini nelle localita’ balneari, prese d’assalto questa estate dagli italiani. L’estate 2020 – secondo l’associazione – e’ costata agli italiani fino al 35% in piu’ rispetto allo scorso anno a causa dei rincari che hanno investito parcheggi, lettini, ombrelloni, consumazioni e altri servizi resi presso le localita’ balneari della penisola. Affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend in uno stabilimento di medio livello – dice il Codacons – e’ costato quest’anno mediamente tra i 25 e i 30 euro al giorno, importo che sale a 100 euro nelle strutture di piu’ elevato livello e raggiunge il record di 453 euro al giorno per una capanna presso la spiaggia dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia. A guidare la classifica dei rincari e’ la Liguria (+35%), al secondo posto si piazza la Costiera Amalfitana (+30%) e poi Toscana e Lazio (+10%). Al contrario le regioni del sud si sono dimostrate le piu’ virtuose sul fronte delle tariffe: Puglia, Calabria e Sicilia hanno fatto registrare listini in linea con quelli dello scorso anno. Infine il caldo (e’ l’estate piu’ bollente in Europa degli ultimi 112 anni) e la partenza in ritardo della stagione ha allungato il periodo delle vacanze: salgono a quasi 9 milioni, calcola Coldiretti/Ixe’, gli italiani particolarmente fortunati che hanno scelto di trascorrere almeno qualche giorno di vacanza a settembre. Pesa comunque l’assenza quasi totale dei circa 7 milioni di viaggiatori stranieri che lo scorso anno avevano pernottato in Italia in questo mese.
*(Ansa)