“Il Sussidistan è quello delle aziende che vivono di contributi pubblici. Tra il 2015 e il 2020 alle imprese sono andati sussidi per più di 50 miliardi. E più di un terzo dei 100 della manovra del 2020. Una cifra consistente, una parte è prevista anche nella manovra più recente”. E’ il giudizio del segretario della Cgil, Maurizio Landini, che, in un’intervista alla Stampa, contesta al leader di Confindustria, Carlo Bonomi, la tesi che l’Italia sia un “Sussidistan”.
“Sono sussidi per incentivare assunzioni, sgravi fiscali, aiuti di ogni genere. Si riferisce a tutto questo?”, si chiede il leader Cgil. Quindi Landini taglia corto: “Noi chiediamo di uscire dalla logica degli aiuti a pioggia per una nuova politica industriale che incentivi a creare lavoro di qualità e non precario innanzitutto per giovani e donne”.
Tra i “sussidi” più discussi c’è il cosiddetto Reddito di cittadinanza, ma Landini dice: “Dobbiamo distinguere bene, un conto è combattere la povertà, un altro discutere come si crea lavoro. Non bisogna cancellare il reddito di cittadinanza perché è un intervento di emergenza per combattere la povertà”.
Tuttavia il segretario Cgil ammette: “Ci sono gravi distorsioni che vanno duramente colpite. Ma non per questo sarebbe giusto abolire uno strumento che combatte la povertà, soprattutto in questo periodo”. Però sottolinea: Non è questa la battaglia che mi aspetto da Confindustria”, bensì “una lotta comune per combattere l’evasione fiscale”.
Ma questa, via, conclude Landini, “Non l’ho sentita indicare da Bonomi tra le priorità, non lo fa con convinzione”. E aggiunge: “Viviamo in un Paese in cui l’evasione fiscale sottrae alle casse pubbliche 107 miliardi, la metà di quanto ci porterà il Recovery Fund. E con lo scandalo che il 93 per cento dell’Irpef arriva dai lavoratori dipendenti e dai pensionati”.