A tenere lontane la visione di Confindustria e quella del Governo e’ la prospettiva sugli ultimi tre mesi dell’anno. Per gli economisti di via dell’Astronomia il rimbalzo rallenta, il 2020 si chiudera’ con un pil crollato del 10%: l’andamento della crisi “non e’ a V”. Per il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, invece, “se il quarto trimestre sara’ anche solo di moderata crescita” il pil 2020 puo’ andare anche meglio del -9% previsto dal Governo: il risultato di fine anno, dice, “puo’ stupire in meglio”. Per il resto, rileva il ministro intervenendo alla presentazione del rapporto di autunno del centro studi degli industriali, c’e’ “notevole sintonia”, sia “nei numeri” (le stime macroeconomiche) sia “nella policy” (il metodo con cui agire). Sara’ poi “la prova dei fatti” – come ripetono spesso gli industriali – a dire se le distanze tra Confindustria e Governo si stanno realmente azzerando. Intanto via dell’Astronomia avverte: siamo ad un “bivio cruciale”, gli strumenti messi in campo dall’Europa offrono oggi al Paese “una opportunita’ unica per programmare un futuro in cui la dinamica del pil sia piu’ elevata”. Ma e’ una opportunita’ che non verra’ sprecata solo – e’ il pressing degli industriali – se “si riusciranno a utilizzare in modo appropriato le risorse e a potenziarne l’effetto” e se si ci saranno riforme strutturali: cosi’ “si sara’ imboccata la strada giusta per risalire la china. Altrimenti l’Italia rimarra’ un Paese in declino, che non sara’ in grado di ripagare il suo enorme debito pubblico”. Per Gualtieri e’ “oggettiva” l’analisi degli industriali sui fattori, a cui porre rimedio, che negli anni hanno frenato produttivita’ e crescita. Il leader degli industriali, Carlo Bonomi, ricambia: “In Germania +8% di investimenti. Noi abbiamo Gualtieri, ci da’ garanzie”. C’e’ intesa sull’esperienza positiva del piano Industria 4.0 e sull’esigenza di potenziarlo. Bonomi poi chiede una moratoria di sei mesi su plastic e sugar tax. “Rifletteremo come abbiamo sempre fatto sulle osservazioni che ci arrivano”, risponde il ministro. Nelle stime del CsC nel 2021 il recupero del Pil sara’ parziale: +4,8% allo stato dei fatti, senza elementi per poter gia’ calcolare in che misura manovra e risorse europee daranno una spinta alla ripresa (+5,7% incorporando le stime del Governo). Sul fronte di conti pubblici il rapporto deficit/PIL “e’ previsto quest’anno in netto aumento al 10,8% dall’1,6% del 2019” ed “il rapporto debito pubblico/PIL tocchera’ il 158,7%”: quadro che migliorera’ nel 2021 ma, anche in questo caso, per Confidustria e’ presto per stimare anche l’effetto dell’azione del Governo; E’ allarme per il lavoro: 410mila occupati in meno nel 2020 (-1,8%), la dose massiccia di cig ha mitigato un calo monstre della domanda di lavoro, equivalente a 2,45 milioni di ‘unita’ a tempo pieno’. La domanda tornera’ a salire nel 2021 ma non abbastanza da fermare l’emorragia di occupati che, stimano ancora gli industriali, proseguira’ con altri 210mila occupati in meno (-1%). C’e’ “una produzione industriale che fortunatamente rimbalza, e’ motivo di orgoglio” per Confindustria: il sistema imprenditoriale “e’ il locomotore del treno Italia”, sottolinea Bonomi che avverte: “Tutti i vagoni devono correre ma se non diamo velocita’ alla locomotrice… “. Per il presidente di Confindustria oggi e’ necessario applicare una “equazione semplice: si investe, il Pil cresce”. Ma “sugli investimenti incidono fiducia e metodo”. Fiducia “per un imprenditore significa poter vedere quale e’ la direzione del Paese. Se non abbiamo chiara quale e’ la strada per diventa difficile”. E sul metodo: “Parliamo, discutiamo ognuno con le proprie idee, noi riconosciamo il primato della politica ma fateci capire”; “Confrontarsi e’ doveroso”; le risorse di Next Generation Eu, come del Mes “che e’ indispensabile attivare”, devono “servire a cambiare il Paese”.