Nella Piana degli Ulivi Monumentali in Puglia e’ scomparso per sempre 1/3 degli storici esemplari, privando l’Italia di un patrimonio di inestimabile valore sul piano storico, ambientale, economico ma anche occupazionale. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti dopo la notizia riportata dal sito istituzionale “Emergenza Xylella” di altre 136 piante di olivo infettate dalla Xylella in Puglia e della scoperta di nuovi focolai, proprio in occasione dell’inizio della raccolta delle olive sugli alberi sopravvissuti. L’epidemia si estende a Nord, una zona cuscinetto dove la normativa prevede la rimozione anche delle piante circostanti nel raggio di 50 metri, situata nel cuore della Piana degli Ulivi, dove e’ altissima la concentrazione di ulivi millenari con ben 250mila esemplari di pregio straordinario. “Si stima – sottolinea Coldiretti – che alcuni potrebbero addirittura avere un’eta’ fino a 3.000 anni, con circonferenze che superano i 10 metri. Una ricchezza dal punto di vista storico e turistico sino ad oggi mantenuta in vita soprattutto grazie all’impegno di generazioni di agricoltori”. Un impegno che rischia ora di essere vanificato dall’epidemia di Xylella che dal 2013 ad oggi ha colpito 8mila chilometri quadrati, con un danno stimabile di 1,6 miliardi euro, secondo un’analisi della Coldiretti. “Agricoltori senza reddito da ormai 7 anni, milioni di ulivi secchi, frantoi svenduti a pezzi in Grecia, Marocco e Tunisia e 5mila posti di lavoro persi nella filiera dell’olio extravergine di oliva, e un trend che – rileva Coldiretti – rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati.” “Se non esistono cure per salvare gli ulivi infetti da Xylella, unica strada – spiega la Coldiretti – e’ la convivenza con il batterio attraverso la pratica dell’innesto con varieta’ resistenti per salvaguardare almeno gli ulivi millenari. Si tratta di una speranza confortata da alcune evidenze empiriche rilevate dopo anni di sperimentazione che hanno consentito di individuare cultivar capaci di reggere gli attacchi della malattia”.