Aiuti anti-crisi, ammortizzatori, cartelle esattoriali. E’ l’accordo di massima trovato nella maggioranza sulla prossima manovra. Che potrebbe essere spacchettata con un decreto per l’anticipo, da subito, della proroga della cassa Covid fino alla fine dell’anno. E da un compromesso sulle cartelle esattoriali, che l’Agenzia della riscossione e gli altri enti ricominceranno a inviare da lunedi’, ma senza procedere con pignoramenti e ingiunzioni di pagamento. Ma l’intesa e’ fragile, e all’ora di cena ancora e’ in stand by la convocazione del Consiglio dei ministri, chiamato a dare il via libera anche al Documento programmatico di Bilancio, il Dpb, che andava inviato a Bruxelles gia’ il 15 ottobre. All’appello, tra i Paesi dell’Eurozona, mancano solo i programmi di Italia e Cipro, il governo ha fretta di chiudere ma l’impennata dei contagi, e qualche tensione nella maggioranza, rischiano di far slittare tutto, anche se magari solo di poche ore. Italia Viva insiste con lo stop a plastic e sugar tax perche’ “sarebbe senza senso” in un momento come questo introdurre “nuove tasse”. Le due misure sono state in realta’ molto ridimensionate rispetto ai progetti originari e valgono poche centinaia di milioni. Ma il punto rimane “dirimente”, ripetono i renziani: “o le tolgono o noi il dpb non lo votiamo”. Non basta, insomma, l’orientamento dell’esecutivo a un nuovo rinvio dell’entrata in vigore in attesa delle decisioni europee sulla materia. I 5 Stelle incassano la soluzione sulle cartelle, anche se premevano come Iv la proroga della moratoria, e si dovranno accontentare della sospensione delle procedure esecutive fino alla fine dell’anno. Ma chiedono anche un “corposo” fondo anti-Covid, da tenere a disposizione per i prossimi mesi in caso di nuove emergenze, e da utilizzare, come ha spiegato il viceministro all’Economia Laura Castelli, “per tutelare i settori produttivi e per le spese sanitarie che si renderanno necessarie”. A preoccupare sono le ipotesi di nuove chiusure per contenere il virus e l’impatto su settori gia’ in ginocchio per la crisi. Alberghi, settore turistico, bar, ristoranti, spettacolo, sono in cima alla lista dei piu’ colpiti e per loro, ma anche per artigiani e commercianti, insieme a ammortizzatori e indennita’, si sta profilando un nuovo intervento a fondo perduto, sulla falsariga di quello erogato in estate dall’Agenzia delle Entrate, con una dote di 3 miliardi. Sempre 3 miliardi saranno i fondi che saranno stanziati con la manovra per l’assegno unico, e che si aggiungeranno al riordino degli attuali sussidi per la famiglia: il nuovo assegno universale per i figli, e’ l’intesa, partira’ dal 1 luglio, e a regime sara’ finanziato con 6 miliardi aggiuntivi. Tutti d’accordo anche sulla copertura strutturale (servono circa 2 miliardi) per il taglio del cuneo fiscale in busta paga anche per i redditi tra 28mila e 40mila euro, cosi’ come per la stabilizzazione del taglio del 30% dei contributi per i dipendenti delle imprese nel Mezzogiorno, che si affiancheranno a un nuovo piano di decontribuzione per le assunzioni stabili di giovani e donne. Sugli ammortizzatori invece ci sara’ uno schema in due atti: subito un decreto legge per dare copertura a chi dovesse esaurire la cassa con causale Covid gia’ da meta’ novembre. Poi, in legge di Bilancio, si dovrebbero prevedere altre 18 settimane, da utilizzare nel 2021, che potranno richiedere anche le imprese che finora non hanno usufruito degli ammortizzatori di emergenza, e che si applicheranno con il meccanismo attuale, che prevede la gratuita’ dello strumento per le imprese che abbiano registrato perdite oltre il 20%. La soluzione e’ stata illustrata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, in un lungo incontro con i sindacati. Un nuovo appuntamento e’ previsto per mercoledi’ prossimo.