L’allarme di Confindustria, i rischi evocati dalla Bce e ora il bollino della Commissione europea: l’uscita dallo shock pandemico si complica, fra lockdown sparsi qua e la’ in Europa, fiducia delle imprese sfiancata, negozi vuoti per la ripresa dei contagi. Con un quarto trimestre che segnera’ una battuta d’arresto dopo il rimbalzo estivo. Rischiando di complicare anche il quadro per il 2021, a meno di una svolta sul fronte del vaccino. Paolo Gentiloni, Commissario Ue agli Affari economici, non usa giri di parole: “la crisi non e’ alle nostre spalle. La velocita’ della ripresa, che e’ stata molto consistente nei mesi di giugno, luglio e in parte di agosto, ha cominciato a rallentare gia’ a meta’ agosto e potrebbe ulteriormente rallentare”. Per questo Gentiloni invita a stare attenti nel ritirare le misure di bilancio espansive: nei prossimi mesi “convivranno crisi e ripresa” e dunque “va mantenuta una politica di bilancio espansiva. Che non vuol dire spendere la qualunque ma vuole dire che in tutti i Paesi si deve evitare di tornare a misure e logiche di bilancio troppo restrittive”. Allarme per la crescita, dunque, dall’Italia alla Spagna, senza tralasciare la Francia che fa i conti con i lockdown , e con un impatto dalla crisi di quel maxi-focolaio del Covid che sono diventati gli Usa che tocchera’ inevitabilmente l’export e resta da valutare. A dimostrazione che, piu’ che il lockdown generale, l’economia si blocca anche solo per il virus in se’. Christine Lagarde, ha avvertito ieri che con la seconda ondata del virus le previsioni di dicembre della Bce potrebbero dover fare i conti con un quadro peggiorato: fra gli esperti gia’ si da’ per scontato un terzo incremento del programma di Qe pandemico a dicembre, il Pepp, con ulteriori 500 miliardi di debito da comprare oltre ai 1.350 gia’ in cantiere. Per l’Italia, il nuovo rinforzo del Pepp e’ persino una buona notizia. La Bce, che ha gia’ in pancia quasi un quarto del debito pubblico italiano, e’ “un fattore di stabilizzazione oggettivo e molto rilevante”, ha spiegato il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera. Con un costo del debito bassissimo, il Tesoro lancia ai primi di novembre una nuova tornata del Btp Futura, tira dritto sulle emissioni in dollari e prepara per fine anno i green bond. E pur con un debito/Pil destinato ad avvicinarsi al 160% quest’anno, “non abbiamo dubbi, siamo assolutamente fiduciosi” sulla sostenibilita’ del debito che gia’ nel 2023 tornera’ in area 150%. L’incertezza del quadro della crescita, pero’, potrebbe ripercuotersi sugli scenari. Dopo il rimbalzo del terzo trimestre, stimato a +13,6%, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri riteneva possibile una crescita 2020 anche migliore del -9% previsto dal governo. I dati piu’ recenti – con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che tuona “siamo ancora in emergenza, non siamo in ripartenza” – puntano su un quarto trimestre di nuovo in frenata, che potrebbe tornare ad avvicinare il calo del Pil 2020 alla doppia cifra, intorno al 10%, anche se non ai numeri drammatici che qualche analista aveva ipotizzato in primavera. Qualcuno parla di rischio di doppia recessione, interrotta solo dal rimbalzo estivo. Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, rispondendo a questa precisa domanda, ha evocato l’alta incertezza legata all’evoluzione de Covid-19: “ci saranno stop and go” e nelle stime “si e’ preso in considerazione un aumento dei contagi, ma i suoi effetti potrebbero essere peggiori delle attese”. Un quarto trimestre particolarmente negativo impatterebbe sul 2021, anche se le stime del governo di un rimbalzo del 6% del Pil – poi nel 2022 e nel 2023 al 3,8% ed al 2,5% – poggiano su un poderoso stimolo di bilancio. Ma anche – come si legge nel Documento programmatico di bilancio – sulla disponibilita’ a meta’ anno “di nuove terapie e di vaccini” che faccia allentare le misure restrittive. Una scommessa su cui tutti sperano, ma non ci sono certezze.