“Sarà senza dubbio un’edizione particolare, in un anno altrettanto particolare e difficile che nel campo del digitale ha contribuito a segnare uno spartiacque col passato. Ma, dopo le lunghe riflessioni dei mesi scorsi, abbiamo deciso che non potevamo fermarci, né fermare l’entusiasmo dei giovani e delle nostre startup. Non a caso, proprio in un momento così complesso, in un’edizione essenzialmente on line che vedrà ridotto per questo il numero di 50 startup in gara (invece delle solite 100), abbiamo ricevuto il record assoluto di proposte di adesione, con oltre 400 candidature”. Così Letizia D’Amato, presidente di Digithon, presenta, intervistata da Adnkronos/Labitalia, la quinta edizione della più grande maratona digitale italiana, che non si ferma nonostante l’emergenza sanitaria e torna con una nuova formula, da domani 23 ottobre. “Numeri che ci fanno capire -continua D’Amato- il grande fermento di tanti giovani di tutta Italia e non solo. Per questo, e per i ragazzi che mai si sono arresi, Digithon non poteva fermarsi. Cinquanta le startup in gara. Le idee finaliste spaziano tra i comparti più svariati e le tecnologie più diverse: dall’intelligenza artificiale alla blockchain, dalla realtà aumentata alla stampa 3d, con particolare attenzione al business, alla salute e all’ambiente. Molte le applicazioni innovative dedicate al settore della healthcare, con progetti nell’ambito della diagnostica precoce e della prevenzione, dell’assistenza, delle consulenze mediche, del monitoraggio dei parametri vitali e della biomedicina”, sottolinea. E per D’Amato “dalle proposte emerge anche una particolare sensibilità per i temi ambientali e la salvaguardia del pianeta, con progetti dedicati all’agricoltura sostenibile e rigenerativa, alla riduzione degli sprechi alimentari, fino alla mobilità e alla vivibilità urbana”. “E, ancora, tante idee innovative nel mondo dell’ePayment e Fintech, con applicazioni volte a favorire la digitalizzazione anche nell’universo delle imprese e all’ottimizzazione dei processi aziendali, senza tralasciare il settore dell’educazione e della cultura con sistemi dedicati alla didattica a distanza. Temi e ambiti divenuti ancor più attuali con il lockdown, che ha evidenziato con forza la centralità del digitale e le sue potenzialità”, sottolinea. (