“Il mio obiettivo, che poi e’ anche un obiettivo di governo, e’ quello di riuscire a rendere la pubblica amministrazione digitale, il che significa interazione tra pubblica amministrazione e cittadini, tra pubblicazione amministrazione e imprese, piu’ semplice”. Lo ha detto la ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, questa mattina intervistata dalla giornalista Barbara Carfagna nell’ambito di Digithon, la maratona del digitale che oggi premia le migliori start up italiane, che si sta svolgendo in modalita’ remoto a causa della pandemia in corso. “Del resto non vedo perche’ – ha proseguito la ministra – se noi dal nostro cellulare, comodamente seduti sul nostro divano, possiamo fare un bonifico o acquistare un biglietto aereo, non possiamo anche fare alcuni servizi della pubblica amministrazione. Ovviamente la pandemia ci ha imposto dei limiti e ha aumentato quella che e’ la domanda degli italiani di servizi digitali”. “Su questa ondata noi abbiamo all’interno del Governo definito un decreto legge, il ‘decreto digitalizzazione, semplificazione e innovazione digitale’ – spiega il ministro -, all’interno del quale abbiamo creato l’impianto normativo per riuscire a stabilizzare questa spinta verso l’uso dei sistemi digitali di questi ultimi mesi”. Pisano ha anche precisato che uno dei punti inseriti nel decreto “e’ quello che tutta la pubblica amministrazione entro una data precisa, che sara’ il 28 febbraio, dovra’ iniziare a utilizzare determinati servizi digitali, come ad esempio l’identita’ digitale per accedere a tutti i servizi, i pagamenti digitali e emigrare i loro servizi all’interno del canale unico di accesso, che per noi e’ l’applicazione ‘Io'”. “Ovviamente, scrivere una norma, fare una strategia, non e’ sufficiente – ha avvertito il ministro – perche’ poi c’e’ tutta la parte di operativita’ e soprattutto di guida dell’operazione. Perche’, davanti, noi abbiamo 23mila pubbliche amministrazioni che devono sviluppare nuovi servizi digitali e renderli sempre piu’ accessibili. E quindi c’e’ bisogno di coinvolgimento di pubbliche amministrazioni centrali, ma anche enti locali, le regioni, le citta’, gli enti aggregatori, ma anche della parte privata”.