Bisogna mantenere la guardia alta nei confronti dell’epidemia. Ma ritardi ed errori pesano tanto ed hanno contribuito a trasformare l’emergenza sanitaria in emergenza economica e sociale. Perche’ la soluzione di ultima istanza del “piu’ chiusure” innesca il rischio della chiusura definitiva per decine di migliaia di imprese ed il rischio della disoccupazione per centinaia di migliaia di addetti: e’ quanto si legge in un comunicato di Confcommercio sul nuovo DPCM. Insomma – prosegue la nota – e’ a rischio la cancellazione di un’Italia produttiva che, in ogni citta’ ed in ogni territorio, ha fin qui svolto un ruolo determinante per la costruzione della crescita e della coesione sociale. Dunque, occorre far di tutto per ripristinare quanto prima normali condizioni di attivita’: a partire dal tempestivo e trasparente monitoraggio delle fasce di classificazione del rischio territoriale e da piu’ programmazione e piu’ coordinamento per risolvere le criticita’ emerse sui versanti dei tamponi e dei tracciamenti, della sanita’ territoriale ed ospedaliera, cosi’ come su quelli del trasporto pubblico locale e della scuola. Riaprire e ripartire: deve essere questo l’obiettivo e deve essere questo l’impegno condiviso. Intanto – conclude Confcommercio – e’ giusto e necessario che vengano messi in campo indennizzi adeguati e tempestivi e moratorie fiscali e creditizie ampie ed inclusive. Nessuno sia lasciato senza risposte e senza aiuto. Questa volta, sbagliare e’ davvero vietato. Ne va della tenuta sociale del Paese.