di Rosa Sica
La Toscana è nell’Olimpo delle regioni italiane per i consumatori cinesi.
Il Brunello di Montalcino, uno dei vini italiani più storici e prestigiosi, è stato tra i primi vini italiani a sbarcare in Cina. A cominciare dai primi anni 2000. Ma secondo Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino, sarebbe imprudente per i produttori di vino smettere di adattarsi al dinamico e in forte crescita mercato cinese.
“Partecipiamo continuamente alle fiere commerciali e ci consultiamo con i nostri soci cinesi, ma non e’ abbastanza,” ha detto Bindocci all’agenzia Xinhua.
“Non è un mercato del vino maturo come il mercato domestico in Italia o in altre parti d’Europa, degli Stati Uniti e in Canada. Ciò vuol dire che le condizioni mutano sempre”. Bindocci ha fatto un esempio specifico, facendo notare che i primi acquirenti di vini internazionali erano consumatori cinesi benestanti, cosmopoliti e con esperienze enologiche all’estero. Ora, sostiene Bindocci, gli acquirenti di vino sono sempre più giovani, curiosi e autodidatti.
“Questo genere di cambiamento significa che anche il mercato deve modificarsi,” ha aggiunto. Secondo Silvana Ballotta, direttore esecutivo per Business Strategies, una società di consulenza specializzata nel vino e nel mercato cinese, il Brunello e altri vini toscani di alto livello come il Chianti Classico, i “Super-Tuscan”, e il Vino Nobile di Montepulciano, hanno un vantaggio naturale su quelli provenienti da altre parti del Paese.
“Per molti consumatori cinesi, la loro conoscenza del vino italiano comincia in Toscana, che conoscono gia’ attraverso la storia, la cultura, il turismo e il cibo”. Ha dichiarato Ballotta in un’intervista. Citando uno studio, Ballotta. Ha sottolineato che la Toscana e’ il dodicesimo territorio piu’ conosciuto per il vino dagli acquirenti cinesi, dopo varie regioni della Francia, dell’Australia, del Cile e della Spagna. Ma la Toscana e’ la prima regione d’Italia in classifica. Bindocci sostiene che le vendite di Brunello riflettono questa tendenza. E sottolinea che il mercato cinese adesso rappresenta circa il 5% delle sue esportazioni, circa tre volte piu’ di cinque anni fa.
“Le cose si muovono rapidamente in Cina,” ha detto Bindocci. “In cinque o dieci anni riesco a immaginare facilmente la Cina in lizza per diventare uno dei mercati principali del Brunello. Dobbiamo solo assicurarci di essere in grado di adattarci efficacemente alle prossime evoluzioni del mercato”.