La corsa ai regali di Natale ci sarà anche in pandemia, con il 54% degli italiani che farà gli acquisti negli ultimi 10 giorni. Ma sarà limitata all’essenziale, con un calo nella spesa complessiva natalizia di -4,7 miliardi euro (-20,6% sul 2019), di cui -1,3 miliardi per i regali (-17,9% sul 2019). È quanto emerge dalle elaborazioni condotte dall’ufficio economico Confesercenti. Secondo il sondaggio, una famiglia su tre – il 32% – dichiara di aver ridotto i consumi durante l’anno; il 13% segnala di arrivare a fine mese solo tirando la cinghia e un ulteriore 4% di non arrivarci affatto. Sull’onda dell’incertezza, quest’anno il 64% degli italiani – quasi due su tre – progetta di spendere meno dello scorso anno per i regali e gli altri acquisti di Natale, dalla tavola alla casa, mentre solo il 3% prevede di aumentare il budget.
Tutte le voci di spesa vengono riviste al ribasso: la percentuale di italiani che comprerà per sé, per la propria famiglia o per fare un regalo prodotti enogastronomici passa dal 70 al 40%; in discesa anche gli italiani che faranno acquisti di abbigliamento (dal 60 al 38%) e di libri (dal 54 al 35%) e giocattoli (dal 44 al 27%). Cedono terreno anche le intenzioni di acquisto di prodotti di tecnologia, che passano dal 33 al 23%. La flessione generale segnalata induce a stimare una contrazione complessiva della spesa per il Natale di 4,7 miliardi di euro (-20,6% sullo scorso anno), di cui -1,3 miliardi per i regali (-17,9%) e -3,4 miliardi (-21,8%) per le altre spese.
In aumento, invece, le risorse destinate dalle famiglie a saldare i conti in sospeso (+2 miliardi, +18%) e al risparmio (+11,1%). Se il web continuerà a farla da padrone (il 46% di italiani che ha già iniziato lo shopping natalizio lo ha fatto online). Con le riaperture i negozi puntano a invertire la tendenza nonostante il contesto difficile, venendo premiati dai consumatori: il 29% di chi non ha ancora comprato lo farà in un piccolo negozio fisico o presso un mercato. Non solo shopping. Con il ritorno di quattro nuove regioni tra le zone gialle (Lombardia, Piemonte, Calabria e Basilicata).
Hanno riaperto circa 94mila tra bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi, secondo i dati di Coldiretti. Resta però chiuso più di un locale su cinque (22%) tra bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie e agriturismi, per un totale di quasi 79mila locali situati in Campania, Toscana, Abruzzo, Valle d’Aosta e Provincia di Bolzano, ancora arancioni.