La Banca Centrale Europea è critica nei confronti del cashback: in una lettera firmata da Yves Mersch, l’istituto di Francoforte lamenta al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri il fatto di non essere stato consultato e fa alcune osservazioni sull’effettiva efficacia dello strumento.
L’introduzione di un programma di cashback per incentivare i pagamenti elettronici appare una misura sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che potrebbe avere sul contante, compromettendo l’approccio neutrale verso i vari mezzi di pagamento disponibili.
“La Bce apprezzerebbe che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la Bce, se del caso”, conclude la missiva.
Secondo fonti del Mef, la lettera “non desta né preoccupazione né ripensamenti rispetto all’iniziativa del Governo italiano”.
Le argomentazioni di Mersch “hanno infatti un carattere puramente formale (circa l’opportunità di consultare la Bce sul provvedimento) e sono per loro natura non vincolanti“.
Le posizioni di Mersch in materia, “sono note ed esprimono una corrente d’opinione tradizionale, sempre meno rilevante all’interno della Bce e nel contesto europeo, dove invece è molto forte e incisivo l’impegno per modernizzare il sistema finanziario e per una maggiore diffusione dei pagamenti digitali”.
I rilievi formali espressi da Mersh non appaiono peraltro fondati, in quanto il cashback italiano non limita minimamente l’utilizzo del contante né penalizza chi lo usa, ma tende unicamente a incentivare gli strumenti di pagamento elettronici.
Gli obiettivi della misura, che ha incontrato fin dal primo momento un grande favore presso i consumatori, sono quelli – concludono le fonti Mef – di favorire la digitalizzazione del paese, aumentare il livello di sicurezza negli esercizi pubblici e favorire il rispetto delle norme fiscali.