“Il Recovery Plan varato dal Consiglio dei Ministri dimostra la miopia di un Governo che rinuncia a valorizzare il sud e soprattutto la Calabria. Estendendo di fatto il gap tra ragioni del Nord e quelle del Mezzogiorno”. A scriverlo sono le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil di Reggio Calabria ribadendo che “Il ‘Piano di ripresa e di resilienza’ che sacrifica pilastri essenziali per la ripartenza come infrastrutture e i trasporti, poteva realmente rappresentare l’ultima occasione per cancellare un’ingiustizia storica, legata inesorabilmente ad una ‘questione meridionale’ mai risolta.
Nessun grande progetto per la Calabria e per una delle dieci Metrocitydel Paese. Nulla! Infatti, poli logistici importanti come il porto di Gioia Tauro, o come gli agganci di collegamento dei tre aeroporti calabresi, per non parlare dell’Area integrata dello Stretto, non compaiano nell’agenda del piano di oltre 220 miliardi che avrebbe l’arduo compito di cambiare le sorti della Calabria e di conseguenza, dell’area metropolitana di Reggio Calabria, finestra funzionale e strategica sul Mediterraneo’.
Per le segreterie provinciali ‘La mancata visione di un gruppo dirigente, nonostante una crisi di governo inaspettata, non può essere giustificata in alcun modo. Interventi che, non solo non qualificano le proposte su un processo reale di sviluppo e di ricadute economiche sulla Calabria, ma ne aggravano le prospettive in particolare per la Metrocity. Nulla su programmazione delle infrastrutture, e nulla sulla valorizzazione dell’assett dei trasporti.
Nulla di concreto per le infrastrutture lineari stradali tranne la dorsale ionica (ma si tratta di interventi già previsti). I temi dell’alta velocità e del sistema portuale restano nel cassetto dunque, al netto di spot dei Ministri che si sono susseguiti in nei due ‘Governi Conte’ (Toninelli prima e De Micheli adesso). Per non parlare della deputazione calabrese, a prescindere dal colore politico di appartenenza: un silenzio agghiacciante! I nostri rappresentanti non fanno nulla per impedire che l’Italia venga divisa in due.Basta leggere il piano per capire che i grandi porti del Mezzogiorno a partire da Gioia Tauro, sono stati sbeffeggiati”.