Sulla implementazione del Recovery plan “sono profondamente preoccupato: il progetto Paese e’ molto frammentato e non ha ancora gli elementi costitutivi perche’ possa essere una piattaforma di lancio per l’Italia, perche’ sia piu’ moderna ed abbia una qualita’ di vita migliore di quella attuale”. Lo ha detto Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo ed ex ministro, intervenendo all’incontro su “Democrazia e futuro dell’Europa: lo stato delle cose”, organizzato dalla scuola di formazione per “Architetti della Politica” Poli’MiNa (“Politica Milano-Napoli”).
“Questa – ha ribadito Profumo – e’ l’ultima occasione. Siamo davvero sul baratro e mi auguro che ci siano ancora le condizioni perche’ da questa situazione cosi’ difficile il Paese possa ripartire. Draghi ha tutte le competenze e le relazioni internazionali che servono, ma e’ necessario un intervento straordinario a fronte della complessita’ del piano e del lavoro da fare. Il tema delle riforme deve essere definito dalla cabina di regia costituita presso il Mef, che deve individuare quelle necessarie”.
“Sul Recovery – ha aggiunto – gli Stati membri sono partiti con il piede sbagliato. I ministeri hanno tirato fuori i vecchi progetti che avevano senza pensare ad una progettazione diversa chiesta dalla Ue e che partisse dalle riforme strutturali e dall’impatto dei progetti sul territorio. Abbiamo perso troppo tempo nel cercare di compattare oltre 600 progetti giu’ scritti e ancora oggi siamo in difficolta’. Il problema non sono i soldi, ma il problema e’ spenderli, e spenderli bene”.