Governo e sindacati sono pronti a firmare un patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale per affrontare la sfida del Piano di ripresa e resilienza: mercoledi’ 10 alle 11.30 il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri si impegneranno in un accordo quadro che dovrebbe essere la base per le nuove relazioni industriali per la riforma della pubblica amministrazione. Il patto si firmera’ a palazzo Chigi alla presenza del premier, Mario Draghi. Tra i capitoli del documento che si sta mettendo a punto ci dovrebbero essere la formazione, la digitalizzazione, lo sblocco dei concorsi, l’utilizzo dello smart working una volta che si esaurira’ l’emergenza dettata dalla pandemia, le relazioni sindacali, il welfare contrattuale e la revisione dell’ordinamento professionale del settore. Nel documento ci dovrebbe essere anche un impegno ad allargare la riserva tecnico economica per i nuovi contratti oltre i 3,375 miliardi attuali. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha parlato di “importanti innovazioni” in arrivo e ha parlato della sfida alla quale sta lavorando Brunetta per “l’immissione in tempi brevi” di giovani nella pubblica amministrazione in modo da avere le competenze necessarie per gestire i nuovi progetti. L’accordo sara’ una cornice all’interno della quale lavorare per poi negoziare sui singoli temi. Sullo smart working dovrebbe esserci un’indicazione di massima per riportarlo sotto l’egida del contratto dopo essere stato in questi mesi di pandemia disciplinato dalla legge mentre per quanto riguarda il welfare contrattuale ci dovrebbe essere un impegno sul suo sviluppo con la definizione successiva delle modalita’ come ad esempio potrebbe essere l’agevolazione fiscale del salario accessorio. Brunetta che domani fara’ un’audizione sulle linee programmatiche del suo ministero ha affermato la necessita’ di sbloccare i concorsi e le procedure gia’ avviate, di modificare strutturalmente i sistemi di reclutamento nella Pubblica amministrazione e prevedere percorsi specifici per selezionare gli specialisti destinati all’attuazione degli investimenti del PNRR e di “semplificare e accelerare. La pubblica amministrazione dopo anni di depauperamento, ha detto, deve dotarsi di personale tecnico e amministrativo adeguato per gestire, rendicontare e rendere operativi i progetti del Recovery Plan. La ricostruzione di questo ‘dopoguerra da pandemia’ deve partire dal capitale umano pubblico. Bisogna abbandonare – ha aggiunto – l’epoca dei blocchi del turnover, dei tetti riferiti a indicatori anacronistici, delle rigidita’ contrattuali. E bisogna agire subito, entro le prossime settimane”. Sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione e sull’utilizzo della rete da parte dei cittadini per interfacciarsi con l’amministrazione il nostro Paese e’ ancora indietro. Secondo gli ultimi dati Eurostat riferiti al 2020 il 47% dei cittadini Ue in media ha ottenuto informazioni dai siti del Governo negli ultimi mesi ma il dato crolla al 19% per l’Italia (peraltro per l’Italia e la Francia i dati sono fermi al 2019) che si piazza penultima, davanti solo alla Romania.