SI profila una bella prova per Christine Lagarde, chiamata a convincere con il solo, probabile strumento delle parole che la Bce e’ determinata a combattere la corsa dei rendimenti. Ma a dispetto di una fuga degli investitori globali dalle obbligazioni, l’Europa registra un nuovo successo nel collocamento degli eurobond che fanno da scudo allo shock pandemico sull’Economia. I ‘social bond’ del meccanismo Sure, che finanzia le casse integrazione europee, hanno visto nell’asta di stamani una domanda degli investitori pari a oltre 86 miliardi di euro, quasi dieci volte i 9 miliardi offerti. La corsa agli acquisti e’ avvenuta nonostante Bruxelles abbia tagliato il rendimento a quattro punti base sotto il tasso di riferimento midswap, da due punti base indicati in precedenza. Anche se il libro ordini e’ stato inferiore al record di 114 miliardi visto a novembre, sul mercato c’e’ grande appetito per i bond targati Ue. Un ottimo segnale per le emissioni da oltre 700 miliardi che dovranno finanziare il recovery fund. Gli eurobond, insomma, sono sulla buona strada per affermarsi come un potenziale concorrente per i treasury americani. Un successo tanto piu’ significativo in quanto avviene mentre c’e’ una corsa degli investitori globali a scaricare titoli di Stato, di cui hanno fatto le spese tanto i treasury quanto i bund tedeschi con offerte che hanno faticato a trovare compratori. La ripresa particolarmente forte negli Usa dopo lo stimolo di bilancio da 1.900 miliardi di dollari del presidente Biden (che inonda il mercato di debito pubblico) ha innescato una corsa dei rendimenti Usa e a ricaduta europei, che solo quest’anno hanno guadagnato 30 punti base sul bund tedesco. Un trend che inasprisce le condizioni finanziarie, disfa cio’ che la Bce sta facendo da un anno per attenuare lo shock pandemico. Se Madame Lagarde si e’ limitata finora ad affermare che la Bce sta “monitorando da vicino” la situazione, l’italiano Fabio Panetta e’ piu’ preoccupato: ha affermato la scorsa settimana che l’impegno della Bce mantenere condizioni finanziarie favorevoli significa che Francoforte ha fissato “un punto di riferimento”. Fra alcuni investitori e’ tutto un chiedersi se la Bce non stia pensando di fare un po’ come la Bank of Japan, ossia controllare attivamente la curva dei tassi. Il problema e’ che nella Bce non tutti la pensano allo stesso modo: Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha detto che un rialzo dei rendimenti non e’ necessariamente “fonte di preoccupazione”. I mercati, dunque, dalla riunione della Bce si aspettano una risposta che faccia chiarezza e indichi con precisione come la Bce e’ determinata ad agire. E il fatto che da alcune settimane, di fronte alla corsa dei rendimenti, la Bce non abbia nemmeno accelerato gli acquisti del programma per ‘emergenza pandemica (Pepp), cui rimane una potenza di fuoco di oltre 1.0000 miliardi, rende il compito piu’ arduo per la presidente dell’Eurotower.