Quasi nessun obiettivo intermedio indicato: solo in sei progetti su 498. Un intervento su 5 manca poi dei tempi di realizzazione e la quantificazione dei target viene fatta appena nel 30% delle 48 linee principali. Insomma, ha bisogno di un deciso ‘arricchimento’ informativo il Recovery Plan predisposto dal governo Conte, che pero’ e’ quello dal quale si parte. Serve una maggiore definizione dei risultati che si vuole conseguire, un cronoprogramma. E’ necessaria una piu’ chiara indicazione sulla governance. Va introdotto una diverso metodo di ripartizione delle risorse su aree territoriali. Il Parlamento ha quasi terminato l’esame del testo predisposto dal governo e si accinge ad inviare le proprie richieste. La commissione Bilancio della Camera ha gia’ messo a punto un testo base, che potrebbe subire ancora qualche modifica. Lo votera’ martedi’, in contemporanea con la commissione Bilancio del Senato che in queste ore sta mettendo a punto il testo. Il voto finale della Camera e’ previsto in aula per mercoledi’. Poi spettera’ al nuovo governo ripensare il testo, ascoltando le indicazioni arrivate. Il ruolo di coordinamento spettera’ al ministero dell’Economia che in queste settimane dovra’ anche predisporre le nuove stime del Def e valutare l’ammontare – si ipotizza 20 miliardi – del nuovo scostamento di bilancio necessario per finanziare ristori e sostegni per famiglie e imprese messe in ginocchio dalle chiusure legate alla pandemia. Un tema, quello dello scostamento del deficit, sul quale e’ in pressing Forza Italia. Per il Recovery sara’ una settimana strategica, ma e’ gia’ chiaro che il Parlamento chiedera’ una decisa integrazione – ‘arricchimento’ e’ la parola usata – delle informazioni e degli strumenti per dare trasparenza al processo. La relazione predisposta dal presidente della commissione Bilancio della Camera e’ corposa, 66 pagine, e chiede 16 diverse macro-modifiche che vengono accompagnate da molte altre indicazioni di dettaglio capitolo per capitolo proposte con la formula ‘valutare se…’. Molti sono i desiderata raccolti in queste settimane di audizioni o i temi al centro delle battaglie dei diversi partiti. Tra questi ci sono il superbonus del 110% sull’efficientamento energetico degli edifici fino al 2023, ma anche la richiesta di “puntare risorse per la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di strade, viadotti e ponti” o il suggerimento di potenziare la sanita’ territoriale e “ripensare il ruolo dei medici di medicina generale, anche attraverso il loro percorso formativo”. I nodi principali segnalati dalla commissione Bilancio nello schema di relazione – che esprime comunque una valutazione “complessivamente positiva” – sono 16. Viene chiesto soprattutto di esplicitare gli obiettivi qualitativi e quantitativi misurabili per ciascuna missione e ciascun componente, prevedendo traguardi concreti per il 2026. Ma non basta. Vanno indicati anche target intermedi, per consentire di monitorare l’attuazione. Uno dei nodi, sui quali batte in particolare anche la commissione Ue, sono le riforme che serviranno a sostenere i progetti di Recovery. La commissione chiede di indicare procedure e costi. Va fatta poi una ricognizione sul personale in piu’ che serve per ogni progetto, valutando poi che diventera’ un costo stabile. Dettagli, da raccogliere con l’introduzione di specifici indicatori, vengono poi richiesti per le tre priorita’ trasversali – giovani, donne e Sud – oltre a dire espressamente che si punta a “superare in modo significativo la quota del 34% degli investimenti al Mezzogiorno”. Per questo servirebbe un criterio di ripartizione delle risorse gia’ adottato per altri strumenti che non guardi solo al Pil pro-capite ma anche alla popolazione residente e alla disoccupazione.