di Maria Caterina Bruno
Abbiamo intervistato l’Avvocata Maria Stella Ciarletta, esperta in diritto discriminatorio, a seguito della recente nomina di Consigliera di fiducia presso l’Università della Calabria, ruolo già ricoperto per l’Università di Padova e la Regione Lazio.
Anche l’Unical aggiunge alla propria squadra la figura della Consigliera di fiducia, allineandosi alle linee guida della legislazione europea. L’incarico – tanto fondamentale quanto delicato – ricoperto dall’ avvocata giuslavorista Maria Stella Ciarletta, è volto alla tutela delle vittime di molestie e abusi e alla costruzione di pari opportunità all’interno della comunità universitaria.
“La Consigliera di Fiducia dell’Ateneo è una figura super partes che ha il compito di fornire consulenza ed assistenza a tutta la comunità universitaria (docenti, personale tecnico-amministrativo, collaboratori/trici e studenti/esse) che sia vittima di discriminazioni, molestie, molestie sessuali o che, comunque viva forme di disagio causate da un ambiente di lavoro ostile e lesivo della dignità personale”, spiega la Ciarletta, già esperta in diritto antidiscriminatorio presso l’Unar, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alla domanda sulle differenze riscontrate nel ricoprire l’incarico tra l’ateneo veneto e quello calabrese, la consigliera risponde: “L’ambiente universitario presenta caratteristiche analoghe su tutto il territorio nazionale, che poi si declinano sul territorio in base alla storia e alla identità dei singoli atenei. Tuttavia, elementi come il rapporto docente/studente-essa, gli ostacoli nella progressione di carriere femminili che vedono le docenti ordinarie ferme sotto la soglia del 24 percento, le difficoltà incontrate ancora oggi dalle donne a conciliare lavoro e impegni familiari, sono comuni. L’Unical ha sicuramente una storia di impegno sulle politiche di genere (basti pensare all’importante lavoro posto in essere dal Centro Women’s Studies Milly Villa e dal CUG), ma sconta un ritardo rispetto alla istituzione della figura della consigliera di fiducia rispetto agli atenei del Nord Italia, i quali l’hanno introdotta da una decina di anni. Questo fa si che per fare entrare a regime il lavoro della consigliera e vedere arrivare le prime segnalazioni sia necessaria una campagna di informazione e sensibilizzazione iniziale per far conoscere questo strategico presidio di contrasto alle molestie sessuali”. “A inizio mandato presso l’Università di Padova le segnalazioni erano eterogenee e spaziavano dalla lamentela del dipendente che si sentiva vessato dal proprio dirigente, sino alla vera e propria molestia sessuale. Io ho ascoltato tutti e ho cercato sempre di dare un consiglio, ma l’obiettivo è rimasto sempre fermo sulla emersione del fenomeno delle molestie sessuali. Attraverso la collaborazione con i Dipartimenti, i seminari informativi e l’impegno pressoché quotidiano di ascolto, nel corso dei tre anni le segnalazioni di molestie sessuali da parte di studentesse sono via via aumentate e questo ha permesso di cominciare ad avere una visione sempre più precisa di dove si annidino questi fenomeni e quali meccanismi li facilitino”, aggiunge. Il fenomeno delle discriminazioni è trasversale, ed è possibile che si manifesti in molteplici modalità. Spiega la consigliera Ciarletta: “Il fenomeno delle discriminazioni è complesso, accanto al genere si sono aggiunti negli anni, grazie alle sollecitazioni provenienti dall’Europa, la razza, le convinzioni personali, l’età, la disabilità, l’orientamento sessuale e la religione. Succede sempre più frequentemente che più fattori di discriminazione si sovrappongano, andando a creare un’intersezione che espone alcune persone più di altre a forme di abusi e molestie e tra queste vi sono indubbiamente le donne. A ciò si aggiunga che accade sempre più spesso che le studentesse straniere, provenendo da contesti di studio diversi, abbiano maggiori difficoltà ad accettare o quantomeno comprendere alcune prassi presenti in Italia. Ad esempio, ho ricevuto una segnalazione da una studentessa svedese che denunciava il linguaggio sessista di un docente nel corso di una lezione dove si affrontava il fenomeno della violenza contro le donne. In questo caso, in collaborazione con il docente e il Dipartimento di appartenenza, abbiamo rivisto il testo del documento e suggerito le opportune correzioni per evitare equivoci o ambiguità e la studentessa, alla fine, è stata soddisfatta dell’intervento poiché le ha permesso di ottenere un risultato senza esporsi personalmente”. La consigliera è a disposizione dell’intera comunità studentesca: “Gli studenti e le studentesse dell’Unical possono mandare una mail a consiglieradifiducia@unical.it e concorderò loro un appuntamento riservato il prima possibile. La Consigliera di Fiducia garantisce, oltre la terzietà rispetto all’Ateneo, anonimato e riservatezza: tutto quello che verrà raccontato rimarrà all’interno della procedura attivata, che rimane sempre vincolata al consenso del/la segnalante, il/la quale potrà decidere se e quali azioni la consigliera possa avviare. Il mio metodo è quello di mantenere un feedback costante con la persona, la aggiorno passo e passo e valutiamo assieme se e come proseguire alla luce dei risultati di volta in volta ottenuti. Ritengo che sia fondamentale la collaborazione con i Dipartimenti per costruire assieme delle soluzioni efficaci per l’interruzione e la rimozione dei comportamenti molesti. L’attività della Consigliera non esclude la possibilità per chi segnala di denunciare davanti all’autorità giudiziaria i comportamenti ritenuti molesti, ed in questo senso durante il primo colloquio chiarisco al/la segnalante quali sono i suoi diritti e quali azioni legali può intraprendere per tutelarli”. Da qui, l’appello a chiunque si senta vittima di atti lesivi della dignità umana: “ Segnalate, segnalate, segnalate. Solo così si può cambiare lo stato delle cose. Io ci sono e sono dalla vostra parte”.