Riaprire bar, ristoranti, cinema e teatri: il mondo del lavoro preme per il ritorno delle zone gialle e la ripartenza di molte attivita’. Anche se non c’e’ una data per le riaperture, infatti, alcune Regioni e Province autonome hanno dati incoraggianti e possono sognare il ritorno in zona gialla nella seconda meta’ di aprile. E diverse forze politiche spingono in questa direzione. “E’ ormai urgente e necessario che il governo indichi una data per le riaperture. Non e’ una questione formale: serve per offrire ai cittadini un segnale di fiducia e di ritorno ad una condizione di normalita’. Cosi’ si ridimensioneranno angoscia e preoccupazione nonche’ focolai di protesta”, dice l’esecutivo nazionale di Cambiamo. “Le Regioni che stanno vedendo calare i dati epidemiologici devono poter tornare, a partire dal 20 aprile, in zona gialla. Cittadini e imprese, dopo tanti sacrifici, si aspettano un cronoprogramma per un graduale ritorno alla normalita’”, incalza anche Roberto Occhiuto, capogruppo di FI alla Camera. Tra indice Rt, incidenza dei contagi e avanzamento delle vaccinazioni alle categorie piu’ fragili, sono innanzitutto Veneto, le province di Bolzano e Trento e il Lazio che sperano di poter passare in un vicino futuro al giallo. Ci spera anche la Lombardia, ma non subito. “Noi non facciamo la schedina del totocalcio, sulle riaperture, ma ci affidiamo alla scienza. Quando la scienza impone chiusure e’ giusto chiudere, quando gli stessi dati scientifici, come accade fortunatamente da giorni, dicono che calano i ricoveri e la situazione torna piu’ tranquilla, se la scienza vale quando si torna al rosso, vale anche quando si passa al giallo”, ribadisce il leader della Lega, Matteo Salvini. Anche perche’ le proteste continuano da giorni, da nord a sud. “Lavoro e dignita’ per tutti”, e’ lo striscione esposto oggi in piazza Duomo ad Amalfi (Salerno) dove hanno manifestato gli operatori del comparto turistico. Una protesta organizzata contemporaneamente anche a Capri, Ischia e Sorrento e che e’ stata l’occasione per denunciare le difficolta’ che vive il settore. I manifestanti hanno, simbolicamente, portato in piazza dei cuscini perche’ “un cuscino e’ tutto cio’ che ci rimane, il nulla”. In piazza c’erano anche i sindaci di molte localita’. A Torino a protestare sono stati i commercianti. “E’ sempre peggio, non c’e’ nessun rispetto per chi lavora”, sbotta il presidente di Confesercenti Torino, Giancarlo Banchieri, il quale commenta “l’incredibile balletto a danno di decine di migliaia di commercianti”, che dopo essersi sentiti dire che il Piemonte sarebbe diventato arancione, hanno scoperto che la nuova colorazione non vale per Cuneo (che pero’ sara’ arancione da mercoledi’ 14). E la Regione Piemonte si unisce all’appello gia’ lanciato da Sicilia e Liguria per riaprire in sicurezza gli impianti sportivi, piscine e palestre. Alcuni assessori regionali allo sport hanno chiesto al neo presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, la convocazione di una seduta ad hoc dedicata a questo tema. Tanti poi cominciano a pensare all’estate, a partire dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana. “Questa estate, entro luglio, sempre che arrivino i vaccini, saremo messi in una condizione tale per cui avremo riconquistato praticamente tutte le nostre principali liberta’. Siamo nelle condizioni per dire che faremo un’estate da liberi”, esulta. Dalla riviera romagnola invece arrivano le proteste dei sindaci contro la proposta, circolata nelle ultime ore, di anticipare le vaccinazioni per le isole nel tentativo di trasformarle in aree turistiche ‘covid free’. Per Renata Tosi, sindaca di Riccione, “dividerci sulla ‘bolla turistica’ per raggiungere le localita’ delle vacanze, oppure pretendere il ‘passaporto vaccinale’ o chiedere corsie preferenziali per il vaccino nelle isole per creare discriminazione e concorrenza tra localita’, francamente e’ assurdo”.