“Il Consiglio dei ministri è molto coeso, lavoriamo bene insieme”, “il Paese nei prossimi 6 mesi deve valutare cambiamenti, riforme, bisogna andare in fretta. Abbiamo 5 anni per spendere 222 miliardi. Non abbiamo tanto tempo, questa è la volta in cui dobbiamo cambiare qualcosa”.
Così il ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao a Che tempo che fa su Rai3. “Condividiamo la visione con tutti i ministri, dei 50 miliardi col mio ministero ne investiremo 13. È una visione ampia, ossia usiamo questa grande opportunità del digitale che è trasparente ma anche binario ed è un’opportunità in tutti i settori, nell’industria, incentivando gli investimenti per l’ammodernamento delle piccole e medie imprese, nel turismo aiutando la valorizzazione del nostro patrimonio, nella cultura; per la parte reti e servizi della Pubblica Amministrazione rendere l’interazione fra Comune e cittadino più semplice e immediata. Una visione che può portarci nel 2026 fra i migliori Paesi europei, questa è un po’ la mia ambizione personale”.
Il primo cambiamento che vedremo? “Quest’estate avremo un piano per la banda larga che discuteremo con l’Europa e spero che cominceremo ad avere un incremento delle Pubbliche Amministrazioni locali nell’investimento nella digitalizzazione e nella semplificazione dei servizi. Queste sono le due cose a cui tengo di più”. Sul suo passato piano usato oggi dall’azione di governo: “C’è molto del piano Colao, ma anche nel piano Conte. Si drammatizzano le cose, c’è stato un comitato per tre mesi di lavoro non politico, poi c’è stato un piano politico del Governo precedente. Ora c’è un piano ufficiale del Governo italiano. Ogni mattone contribuisce a costruire la casa”.
Sul gap Nord-Sud: “Questo piano dedica al Sud il 40% delle risorse dei 222 miliardi; per i nostri fondi la percentuale è anche superiore, con le reti, la cablatura e l’investimento nell’informatizzazione dei Comuni, investimenti particolarmente importanti al Sud; poi c’è lo stimolo alla creazione di lavoro, il tema giovani e donne”.
Sui problemi strutturali del nostro Paese: “Ci sono sicuramente problemi, ma non dobbiamo dirci che siamo solo scarsi, ci sono anche cose buone. Abbiamo 20 milioni di identità digitali. Abbiamo 2 milioni e 300mila persone al giorno che usano l’app IO, ci sono dei mattoni buoni, dobbiamo costruirli in una visione che fra 5-6 anni possiamo essere un Paese un po’ diverso, mantenendo le cose belle”, “il tema vero sono le competenze, le persone. Ci dobbiamo assicurare che scuola e università comincino a produrre competenze e mestieri necessari per sostenere questa cosa. I ragazzi e le ragazze italiani devono sfruttare questa opportunità. La competenza è tornata di moda”.
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