“Rendere più oneroso l’utilizzo dei contratti a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato”.
A chiederlo è il segretario di Cgil Abruzzo e Molise, Carmine Ranieri, che sostiene “non condivisibile la posizione di Confindustria che chiede di ridurre i limiti del contratto a termine e di intervenire per superare i vincoli legati alle causali e alla durata dei contratti”. Secondo Ranieri “già oggi vi è un eccessivo ricorso delle aziende a tali forme contrattuali se consideriamo che il contratto a tempo determinato rappresenta ben il 70% delle attivazioni totali”.
Il segretario ha poi ricordato “che durante la crisi pandemica i lavoratori a tempo determinato sono stati i più colpiti dagli effetti del Covid: a dicembre 2020 risultavano quasi 393 mila in meno nella platea degli occupati rispetto a un anno prima”.
“Tra questi lavoratori – sottolinea – si annoverano principalmente giovani e donne, lavoratrici e lavoratori che non hanno potuto usufruire degli strumenti della cassa integrazione come i loro colleghi assunti a tempo indeterminato. Per questo motivo è necessario che l’utilizzo dei contratti a termine da parte delle imprese venga limitato al massimo e consentito solo a causa di motivate esigenze temporanee. Inoltre, una maggiore onerosità di tale istituto contrattuale rispetto al costo di una assunzione a tempo indeterminato fungerebbe da deterrente per quelle imprese che non avessero effettiva necessità di utilizzare lavoro precario”.
“Sarebbe altresì utile – conclude – ridurre la possibilità di utilizzo, ed in alcuni casi eliminare del tutto, le tante forme di lavoro precario che hanno lasciato senza sostegno economico tante lavoratrici e tanti lavoratori durante questa pandemia. In una fase così difficile per i lavoratori sarebbe necessario che tutte le forze politiche, sociali ed economiche siano impegnate a difendere il lavoro”.
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