La crisi economica e sociale seguita all’emergenza sanitaria da Covid-19 ha determinato effetti territoriali asimmetrici, solo in parte ricomposti dalle pur incisive misure di sostegno del lavoro e delle imprese a causa delle rilevanti differente strutturali maturate tra Nord, Centro e Sud nel corso della lunga crisi 2008-2014 che hanno de-terminato capacità di assorbimento e reazione allo shock di intensità molto variabile. È quanto emerge dal rapporto Svimez ‘Il lavoro nella pandemia: impatti e prospettive per persone, settori e territori’ che indica come tra il 2008 ed il 2020 fletta l’occupazione in tutte le regioni del Mezzogiorno con picchi elevati in Calabria (-10,4%) e Sicilia (-8.9%) e relativamente bassi intorno al 3% in Campania e Basilicata. Dinamiche positive caratterizzano invece Toscana (+1,4%), Emilia Romagna (+2,1%), Lombardia (+3,1%) e, soprattutto, Trentino Alto Adige (+6,8%) e Lazio (+7,2%). In calo le altre regioni e in particolare con valori intorno al -5% Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Marche. L’analisi settoriale evidenzia inoltre andamenti negativi in tutte le regioni per il settore industriale con l’eccezione del Trentino Alto Adige e andamenti positivi nei servizi in tutte le regioni con l’eccezione della Liguria al Centro-Nord e di Abruzzo, Basilicata e Sicilia al Sud.
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