Allarmano i dati pubblicati dallo Svimez in relazione all’impatto della pandemia sull’occupazione al Sud. Nel 2020 i giovani inattivi sono arrivati al 36,1% contro il 18,6% nel Centro-Nord. Ma prendono il reddito di cittadinanza e questo gli basta, aggiungiamo noi. Tra il 2008 ed il 2020, inoltre, l’occupazione risulta in calo nelle regioni meridionali come Calabria (-10,4%), Sicilia (-8.9%), Campania e Basilicata (-3%). Le categorie maggiormente colpite sono le donne (-3%) e i giovani (-6,9%). Numeri preoccupanti se consideriamo anche il dato nazionale dell’Istat relativo al primo trimestre 2021, che rileva un calo degli occupati pari al -3,9% rispetto allo stesso periodo del 2020 e, parallelamente, un incremento del tasso di disoccupazione, salito al 10,4%”. È quanto afferma Paolo Capone, segretario generale dell’UGL, in merito ai dati Svimez sull’occupazione nel Mezzogiorno. In tale scenario, per Capone occorre intervenire subito mediante uno shock economico senza precedenti per far fronte alle ripercussioni drammatiche della pandemia. È prioritario – prosegue il segretario generale dell’UGL – prevedere un piano industriale per il Sud che punti a favorire i settori strategici al fine di ridurre il gap occupazionale e infrastrutturale con il Centro-Nord. Il sindacato UGL chiede, inoltre – conclude Capone – l’adozione di un pacchetto di misure ad hoc per il Mezzogiorno fondato su agevolazioni fiscali, decontribuzioni e incentivi alle assunzioni per incoraggiare l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani e donne, presupposto fondamentale per favorire la ripresa economica e la coesione nazionale.
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