L’Italia detiene il record, in Europa dei lavori flessibili dopo la Spagna. Questi lavoratori sono impiegati soprattutto in settori, come la ristorazione e il turismo nei quali maggiore è stato il ricorso alla cassa integrazione covid. Ora si aggiungo altre attività “quali la logistica, l’igiene ambientale e il trasporto aereo” dove le cause principali dei conflitti sono legate allo strumento del subappalto “al ribasso” a cui consegue il significativo impoverimento delle retribuzioni. Come si è visto in queste ultime settimane, con l’incidente costato la vita ad un sindacalista extra-comunitaria è diffusa la presenza di appaltatori e subappaltatori che applicano contratti collettivi più convenienti in termini di costi e al mancato pagamento delle retribuzioni da parte degli appaltatori. Altro nodo cruciale la rappresentanza spezzettata. Nella relazione sul 2020 si sottolinea che in alcuni servizi pubblici essenziali, la frammentazione della rappresentanza si assesta anche su 30 sigle sindacali, alle quali si contrappongono circa 6 o 7 associazioni datoriali. “Moltiplicazione incontrollata” anche per i contratti collettivi: ben 935 a giugno 2020 che presentano ambiti di applicazione spesso sovrapponibili ed alimentano, specialmente nelle catene degli appalti, fenomeni di concorrenza al ribasso e dumping salariale.
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