Ambienti ad uso privato e strutture pubbliche, tra le quali un complesso termale, una basilica paleocristiana con annesso battistero: sono alcuni degli elementi oggetto della campagna di scavo che la Scuola di specializzazione in beni archeologici di Matera dell’Università degli studi della Basilicata ha riattivato nella città antica di Metaponto. Lo ha reso noto l’ufficio stampa dell’Ateneo lucano. La ripresa degli scavi, avviata a fine giugno, sta interessando la parte più vicina alla costa antica dell’area urbana, identificata per la prima volta da Dinu Adamesteanu negli anni Sessanta. Le indagini attuali della Scuola di specializzazione dell’Unibas sono affiancate da ricerche geomagnetiche e di “remote sensing”, realizzate dalla sede di Potenza dell’Ispc-Cnr, con l’obiettivo di rilevare anomalie nel sottosuolo in aree adiacenti ai saggi archeologici. Dimitris Roubis, direttore scientifico delle ricerche, ha spiegato che “dal 2019 la Scuola di specializzazione di Matera ha eletto l’area del cosiddetto Castrum di Metaponto come una delle sedi principali per le attività pratiche sul campo dei futuri archeologi. Uno dei principali obiettivi del progetto Metaponto – ha aggiunto Roubis – è anche l’individuazione delle infrastrutture portuali antiche della città, condotta attraverso tecnologie avanzate e innovative di diagnosi e di documentazione. Le indagini saranno anche l’occasione per raccontare i risultati delle nostre ricerche al pubblico durante una giornata di open day”. Lo scavo si effettua su concessione del Ministero della Cultura, in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata e la Direzione regionale Musei della Basilicata. Alle attività collaborano anche il Comune di Bernalda (Matera), il Cluster Basilicata Creativa e l’Associazione Enotria Felix.
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