“Basta leggere il testo del nostro Pnrr depositato a Bruxelles per comprendere la solidità del Capitolo Sud. Gli 82 miliardi – cioè il 40% delle risorse territorializzabili del Pnrr e del Fondo complementare – non sono un’astrazione ma il frutto di un calcolo specifico, effettuato dal governo sulla base dell’esplicitazione della “quota Sud” di tutte le linee di intervento delle 6 missioni del Piano. Questa accurata ricognizione ha consentito di stimare anche l’impatto sul Pil e sull’occupazione del Mezzogiorno. Il risultato è stato messo nero su bianco nel Pnrr trasmesso al Parlamento e alla Commissione Europea. Il calcolo governativo è stato ritenuto solido e credibile da parte della stessa Commissione, che l’ha espressamente citato nella sua relazione di approvazione del Piano italiano”. Il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna ribadisce la portata degli investimenti destinati al Mezzogiorno dal Piano di Ripresa italiano.
“Spiace e preoccupa – continua il ministro in una nota – l’approccio tra l’ideologico e il ragioneristico che alcune voci continuano a utilizzare per valutare il Capitolo Sud del Pnrr, strumentalizzando diseguaglianze e sofferenze dei meridionali per veicolare la tesi che il governo stia mentendo sulla reale consistenza dei fondi. Spiace perché evoca un vecchio meridionalismo disfattista e benaltrista che credevo superato. Preoccupa perché il Piano di Ripresa nazionale, e quindi anche il Capitolo Sud, non è un adempimento che si risolverà nell’arco di questo governo e di questa maggioranza: dovrà essere portato a termine dai successivi, e dunque è importante che la condivisione di oggi non sia formale o venata da propositi revanscisti”.
“Il calcolo sulla Quota Sud – spiega ancora Mara Carfagna – ha attraversato tutte e tre le grandi tipologie di intervento previste dal Pnrr. Per le linee di intervento di natura infrastrutturale come gli investimenti in ferrovie, porti, Zes o gli interventi nelle reti, la quota Sud è data esplicitamente dai progetti programmati in uno specifico territorio. Sono quelle che qualcuno definisce le uniche “risorse certe”. In realtà, questi investimenti sono solo i più facili da leggere scorrendo superficialmente il Piano”.
Per le linee di intervento “riguardanti misure incentivanti rivolte alla totalità della popolazione italiana, come il superbonus o gli incentivi di Transizione 4.0, il calcolo del governo sulla quota Sud è basato sui dati sulla capacità “storica” di assorbimento delle risorse da parte del settore privato”. Il governo – continua il ministro – ha usato stime molto prudenziali, tanto da attribuire ad esempio solo il 9% dei fondi del superbonus al Mezzogiorno. È evidente che qui, grazie alle riforme in atto (a partire dalle semplificazioni sull’iter autorizzativo dell’ecobonus e dalla riforma sugli incentivi al Mezzogiorno), la quota Sud potrebbe addirittura crescere, anzi crescerà certamente”.
Infine, “la terza grande tipologia di interventi del Pnrr è data dalle misure assegnate attraverso procedure competitive (bandi di gara). Si tratta di interventi estremamente variegati: dalle risorse da assegnare per l’edilizia scolastica agli investimenti nell’idrogeno verde passando per l’assistenza sanitaria domiciliare. In questo ambito – spiega il ministro – il calcolo della quota Sud ha richiesto un lavoro più complesso, in collaborazione con le diverse amministrazioni competenti e le autorità europee. La ricognizione è stata effettuata all’interno di ciascuna delle 6 missioni e di ogni linea di intervento prevista, tenendo conto della popolazione residente, degli obiettivi di riduzione del divario socio-economico, delle caratteristiche territoriali. E’ indiscutibilmente solida e fondata”.
“Per garantire che i bandi effettivamente riservino al Sud una quota non inferiore al 40% – prosegue Mara Carfagna – stiamo lavorando a un sistema di monitoraggio per il rispetto della destinazione territoriale, incardinato presso la segreteria tecnica del Pnrr della presidenza del Consiglio e presso la struttura del MEF, nonché a una norma che “fissi” questo obbiettivo. Come chiunque può capire, si tratta di conciliare la reale ed equa distribuzione delle risorse con il rispetto dei tempi e la riduzione del rischio di mancato utilizzo delle risorse da parte delle amministrazioni territoriali”.
“Questi i calcoli – conclude il ministro – questi gli impegni, questa la sfida. Le energie di chi ha a cuore il Mezzogiorno dovrebbero essere spese per vincerla, non per sminuirla”.
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