La Svimez ha fatto una stima dell’impatto delle misure governative sulla finanza pubblica, comprensiva dei maggiori investimenti che derivano dall’implementazione del Pnrr nel biennio 2021-22. Il complesso delle misure determina circa 90 miliardi di spese aggiuntive nel 2021 e circa 42 miliardi nel 2022, con un contributo del Pnrr (comprensivo del Fondo complementare) di 9 miliardi circa nel 2021 e di circa 40 miliardi nel 2022. Sia per le entrate che per le spese, le manovre considerate esplicano maggiori effetti al Sud in rapporto al Pil sia nel 2021 (8,5% contro il 4,9% nel Centro-Nord) soprattutto per effetto della componente delle spese nette, sia nel 2022 (3,0% del Pil al Sud, contro l’1,4% nel resto del Paese). Se invece consideriamo il valore delle manovre in termini pro capite, la distribuzione territoriale sembra privilegiare il Centro-Nord (1698,4 euro per abitante rispetto ai 1610,9 nel Mezzogiorno). Tale differenza appare più significativa se consideriamo soltanto la componente relativa alle spese nette dove il differenziale a vantaggio del Centro-Nord è di circa 200 euro nel 2021 (1593 euro contro 1393,5 al Sud) mentre tende ad annullarsi nel 2022. Il presidente Svimez, Adriano Giannola: «Anticipazioni Svimez sono Importanti per il momento in cui cade il Pnrr, e servono per verificare la capacità di resilienza del sistema. Solo Lombardia Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia dimostrano resilienza e nel 2022 avranno recuperato il 2020, tutte le altre no. Il Mezzogiorno appare del tutto lontano da questo recupero. Il Sistema Italia non dimostra resilienza. Sarebbe interessante capire come andrà il resto d’Europa».
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